L’ex pilota mandellese commenta la decisione del nove volte campione del mondo di ritirarsi: “Lui ha cambiato il motociclismo moderno”
Ezio Gianola |
(C.Bott.) “Valentino ha cambiato il motociclismo moderno dopo l’era di Giacomo Agostini. Ha fatto tanto per questo sport e alla luce della mia esperienza personale posso dire che si inizia ad andare in moto il più delle volte per passione, quasi per gioco. Poi diventi un professionista e subentrano tanti interessi, però occorre capire che il momento di dire basta prima o poi arriva. Insomma anche per i più celebrati campioni c’è una fine sportiva”.
A distanza di poche ore dall’annuncio, Ezio Gianola commenta la decisione di Rossi, nove volte campione del mondo, di lasciare le corse e la MotoGP.
Torna indietro nel tempo, l’ex pilota di Mandello Lario grande protagonista delle piccole cilindrate nel Motomondiale degli anni Ottanta e Novanta (disputò in carriera 105 Gran premi, collezionando trenta podi mondiali e 11 pole position e nel 1988 fu vicecampione iridato nella “125”). “Io correvo con il padre di Valentino Rossi, Graziano. E lui aveva suppergiù 5 anni - dice - Eravamo entrambi alla Morbidelli, io nella classe “125” e Graziano nella “250”. Insomma l’ho visto crescere, Valentino, e poi ho condiviso tanti anni della sua folgorante carriera sportiva”.
“Era un predestinato - aggiunge Gianola, oggi manager e coach - perché da piccolo faceva le cose che normalmente fanno i grandi. Poi ha iniziato ha lasciare il segno con i go-kart, le minimoto e con le auto da rally di suo padre. Ben presto, insomma, si era capito che Valentino aveva qualcosa in più di tutti gli altri piloti, fino al suo esordio nel Motomondiale, nel 1996”.
Valentino Rossi |
Torna poi, l’ex pilota mandellese, sulla decisione di Rossi di dire addio alle corse. “Quest’anno seguo, tra gli altri, Yari Montella in Moto2 - dice - e a bordo pista vedevo le difficoltà di Valentino nei movimenti e nel sistema di guida. Trovando con il passare del tempo avversari molto forti, lui ha dovuto modificare almeno in parte il suo stile e allinearsi ai piloti più giovani, perché alla fine sono loro a fare la differenza. Penso a Casey Stoner, a Jorge Lorenzo, a Marc Marquez e adesso a Quartararo”.
“Al di là di ogni considerazione - conclude Gianola - se Valentino ha deciso di lasciare posso immaginare che fondamentalmente non si divertisse più. Giusto quindi che abbia scelto di voltare pagina. Lui, del resto, resterà per sempre il grande campione che è stato. E poi rimane la sua VR46, la sua squadra Sky Racing team. Sì, è stato un grande del motociclismo e la sua impronta è indelebile”.
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