“La modifica dell’orario ferroviario finirà per aumentare l’affollamento sugli altri treni e, di conseguenza, le probabilità di contagio, in aperto contrasto con le direttive governative”
Dal Comitato pendolari Lecco-Milano riceviamo e pubblichiamo:
Stando a quanto pubblicato nell’orario estivo di Trenord, dal prossimo 1° settembre uno dei treni più frequentati nel Lecchese, il Colico-Milano Centrale ex 2555 (ora 2855), con orario di partenza da Colico alle 6.09, da Lecco alle 7.19 e arrivo alle 8.07, verrà permanentemente dirottato a Milano Rogoredo.
Già nel novembre scorso avevamo denunciato questa modifica arbitraria e ingiustificata alla programmazione del servizio sulla nostra linea, che nelle intenzioni di Regione Lombardia, Trenord e RFI, prevede anche analoga sorte per le altre tre corse dei cosiddetti “direttini” tra Lecco e Milano (RE Lecco-Milano delle 8.21, nonché RE Milano-Lecco delle 17.50 e delle18.48).
Come noto, la modifica all’orario era stata congelata da Regione in conseguenza dell’emergenza sanitaria, il che costituisce obiettivamente un’ammissione implicita del disagio a cui verranno sottoposti i pendolari e i viaggiatori utenti del treno, peraltro senza alcuna mitigazione in termini di riduzione dei tempi di percorrenza, che vengono invece aumentati, o di potenziamento dei servizi.
L’ex 2555 è dunque la prima vittima dell’Accordo quadro siglato tra Regione Lombardia, responsabile della programmazione del Servizio ferroviario regionale, e RFI (DGR 9 marzo 2020, BURL numero 12 del 16 marzo 2020), all’insaputa del territorio interessato, nonché dei rappresentanti dei viaggiatori e dei pendolari, nonostante la L.R. 6 e il Contratto di servizio con Trenord prevedano il loro coinvolgimento mediante incontri regolari, con cadenza almeno due volte all’anno, in merito alla programmazione dei servizi.
In conseguenza di tale accordo, le corse tra Colico, Lecco e Milano dei “direttini” le tracce, ovvero gli “slot” che vengono assegnati per accedere alla Stazione Centrale, non sono più state prenotate a RFI da parte di Regione Lombardia, quindi il gestore dell’infrastruttura, non essendo più vincolato a mantenerle disponibili per il servizio regionale, ne può disporre commercialmente.
Probabilmente in Regione non sanno che la domanda di mobilità con il treno dal nostro territorio verso Milano è storicamente molto forte, mentre non sarebbero certamente sufficienti i treni da 8 pezzi o i Coradia da Sondrio/Tirano per trasportare i viaggiatori e i pendolari.
D’altra parte i diretti di Tirano non possono essere potenziati né con un numero di vagoni maggiore, né con carrozze a due piani per via dei noti limiti infrastrutturali della linea. Ciò senza contare che moltissimi pendolari del Lecchese non disporranno più di un treno che consente di raggiungere il capoluogo in orario congruo con quello del luogo di lavoro.
Il cambio del capolinea a Milano costituisce quindi, di fatto, un arretramento di 20 anni nei servizi tra Lecco e Milano, che diverranno più lenti e meno efficaci in un momento in cui il Paese si appresta alla ripartenza e si vuole avviare verso la transizione ecologica e la decarbonizzazione.
Non solo, ma visto che occorrerà ancora molto prima che il Covid venga definitivamente debellato, la modifica dell’orario ferroviario finirà per aumentare l’affollamento sugli altri treni e, di conseguenza, le probabilità di contagio, in aperto contrasto con le direttive governative che prevedono il rinforzo del servizio di TPL sino al termine dell’emergenza sanitaria.
Torniamo nuovamente a chiedere non solo a Regione Lombardia di rivedere l’accordo-quadro con RFI, ma anche ai consiglieri regionali, al presidente della Provincia di Lecco e ai sindaci che rappresentano il territorio di compiere tutte le azioni possibili volte ad assicurare il mantenimento dei treni diretti tra Lecco e Milano Centrale.
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