Il loro ricordo si lega alla tradizione che si rinnova anno dopo anno in occasione della Madonna della neve, “il giorno della buona novella”
Da sinistra Carlo Beri, Angelo Sala e Claudio Redaelli. |
di Claudio Redaelli
E’ l’immediata vigilia del pellegrinaggio secolare alla Madonna di Biandino. E’ l’immediata vigilia del 5 agosto, “il giorno della buona novella”.
Scolpite nel cuore dei valsassinesi vi sono due date: il 1836 e il 1986. La prima è quella che ricorda l’anno del voto per implorare la liberazione dal colera che trasformò la giornata del 5 agosto - come ebbe a scrivere Giulio Selva - nella festa più cara agli introbiesi. La seconda data, ossia il 1986, è quella coincisa con la celebrazione del centocinquantesimo anniversario proprio di quel voto. 150 anni di fede e di tradizione.
“La mattina del 5 agosto - si legge nella pubblicazione data alle stampe quello stesso anno dalla parrocchia di Introbio - si saliva di buonora in processione con grande devozione e si pregava, si cantavano salmi penitenziali, inni religiosi come Mira il tuo popolo e Ti coronano dodici stelle, si recitava il santo rosario per i malati del paese, per i tribolati, per gli assenti. E veniva fatta una considerazione su ogni singolo mistero, che fosse gaudioso, doloroso o glorioso”.
Un pellegrinaggio anche faticoso, che riporta alla memoria la figura, la schietta personalità, la determinazione e la fede di Carlo Beri, imprenditore di Primaluna (dove fu anche pubblico amministratore e in particolare sindaco dal 1980 al 1985) scomparso nel giugno del 2012. Un grande uomo. E un generoso.
Ed è doveroso accomunare nel ricordo l’indimenticato giornalista e scrittore lecchese Angelo Sala, che al pari di Beri e di chi scrive ha “vissuto” quei pellegrinaggi in prima persona.
Scomparso nel 2013 all’età di 61 anni, Sala era legato, anzi legatissimo alla tradizione del 5 agosto. Era piacevole salire a Biandino insieme a lui e a Beri e raggiungere il santuario della Madonna della neve. Angelo ce l’aveva fatta anche l’estate dell’anno della sua dipartita, nonostante la malattia. E contava di tornarci l’anno successivo “perché - come ci aveva detto - nel 2014 a celebrare la messa dovrebbe essere l’arcivescovo di Milano Angelo Scola”.
E poi Sala era un grande appassionato di montagna, proprio come lo era Carlo Beri, tanto che ai “nostri monti” Angelo aveva dedicato più di un libro. Ma non solo. Studiava e nei suoi scritti, come nelle sue pubblicazioni, entrava sovente nel merito delle problematiche, anche complesse, delle terre montane.
Ma ora il ricordo di lui e di Beri si lega alla Madonna di Biandino, a quei pellegrinaggi di ogni 5 agosto, la data più cara alla gente di Introbio.
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