Non c’era don Agostino Frasson, ricoverato poche ore prima all’ospedale di Sondrio. “Lui in questo progetto ha messo il suo cuore, quello che oggi ha fatto un po’ le bizze”
Beppe Saronni, sabato sera a Cascina don Guanella. |
di Claudio Bottagisi
E’ passata alla storia del ciclismo come “la fucilata di Goodwood” e ha una “firma” d’autore, quella di Giuseppe Saronni. Era il 5 settembre 1982 e nel Regno Unito si disputava il campionato del mondo su strada. A poche centinaia di metri dal traguardo, su un tratto in leggera salita, Saronni (che al Mondiale dell’anno prima era giunto secondo alle spalle di Maertens) si rese protagonista di uno scatto memorabile, appunto una “fucilata”, che lo portò ad aggiudicarsi la maglia iridata davanti allo statunitense Greg Lemond, che giunse al traguardo distanziato di 5 secondi. Terzo fu l’irlandese Sean Kelly.
Con la maglia di campione del mondo, tra l’autunno di quello stesso anno e la primavera dell’83, Saronni sarebbe stato protagonista di uno straordinario trittico di successi: il Lombardia, la Milano-Sanremo (quarto corridore a vincerla appunto vestendo la maglia iridata dopo Alfredo Binda, Eddy Merckx e Felice Gimondi) e il Giro d’Italia, da lui già vinto nel 1979 a neppure 22 anni di età davanti a Francesco Moser, suo rivale di sempre.
Di quella storica “fucilata di Goodwood” e di altro ancora Saronni, oggi dirigente sportivo, ha parlato ieri a Cascina don Guanella, in località piazza Rossè a Valmadrera. A dargliene lo spunto il bel filmato sulla gloriosa carriera ciclistica del campione nativo di Novara.
E’ stato lui l’ospite della serata conviviale significativamente coincisa con la vigilia dell’ultima tappa del Giro d’Italia, “la serata della ripartenza dopo i lunghi mesi della pandemia”, come è stato più volte sottolineato nella piacevole chiacchierata seguita alla proiezione del video realizzato da Dario Santorelli, educatore di “Casa don Guanella”.
Al fianco di Saronni, là dove si coltiva la speranza e dove ha preso forma - anno dopo anno, mattone su mattone - l’ambizioso progetto di agricoltura sociale portato avanti da don Agostino Frasson e dalla sua affiatata “squadra”, Beppe Conti e Andrea De Luca, due giornalisti che al ciclismo danno per così dire del tu, volti noti del piccolo schermo e amici della Cascina.
Non c’era invece don Agostino, ricoverato poche ore prima all’ospedale di Sondrio. “Lui in questo progetto ha messo e continua a metterci il cuore - ha detto De Luca - ma oggi proprio il suo cuore ha fatto un po’ le bizze. Tornerà presto e anche noi torneremo a ritrovarci in Cascina. Lui qui ha tradotto in atti concreti la solidarietà e questa sua creazione è di grande importanza”.
Da sinistra Beppe Saronni, Beppe Conti e Andrea De Luca. |
Poi spazio alla chiacchierata con Beppe Saronni. “Lui è il campione del mondo per eccellenza - ha detto sempre il giornalista Rai - perché quel giorno a Goodwood la corsa iridata l’ha vinta in maniera semplicemente superba, regalando agli appassionati uno di quegli attimi sportivi che restano indimenticabili”.
“Sono stato il primo giornalista a dedicargli un articolo quando Beppe divenne professionista - ha ricordato dal canto suo Conti - Io ero a Tuttosport e Saronni stava per iniziare una carriera che sarebbe stata luminosissima”.
Lui, il campione capace di vincere anche in pista, da anni dirigente della UAE Team Emirates, si è detto felicissimo di essere a Cascina don Guanella (“stasera sono in un posto magnifico”) e ha auspicato un futuro in cui anche il ciclismo possa proporre atleti “meno coccolati e meno viziati rispetto a quanti non ve ne siano oggi”. “Perché questo - ha sottolineato - è uno dei mali di questo sport”.
“Le scuole poi - ha aggiunto Saronni - dovrebbero tornare ad avvicinare i ragazzi allo sport e invece oggigiorno l’educazione fisica dà quasi fastidio”.
Quindi la consegna di un dono a lui, a Conti e a De Luca da parte di Bruno Corti. “Siamo persone semplici - ha detto il coordinatore di “Casa don Guanella” - ma andiamo di corsa anche noi”.
Infine la promessa di Beppe Saronni agli amici della Cascina: “Tornerò a trovarvi, siatene certi”.
BENE. Ottimo. Una prece alata per la salute di don Agostino. 😇
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