L’ex campione del pedale, vincitore di un Mondiale su strada e di due Giri d’Italia, ospite della serata con Ernesto Colnago, Beppe Conti e Andrea De Luca
(C.Bott.) Ripartire, parola d’ordine per tutti dopo i lunghi mesi della pandemia e del lockdown. E dopo la forzata sospensione di ogni attività.
Ripartire anche per dare una nuova spinta a quelle realtà in cui si coltiva la speranza. Sì, la speranza di un futuro migliore per tanti ragazzi a rischio di emarginazione, quella che passa ad esempio dall’attuazione dell’importante progetto di agricoltura sociale portato avanti in località piazza Rossè a Valmadrera da “Casa don Guanella” di Lecco per favorire l’accoglienza, la cura, la formazione e l’inserimento lavorativo di soggetti in condizione di svantaggio.
Ripartire, appunto. E farlo nel segno del ciclismo, disciplina che è in un certo senso un po’ la metafora dell’esistenza. A sottolinearlo era stato Albert Einstein, che aveva detto: “La vita è come andare in bicicletta, se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”.
Al “don Guanella” quel concetto è stato preso alla lettera e tradotto in ciascuna delle azioni svolte in tutti questi anni, appunto fino al progetto di agricoltura sociale portato a compimento con slancio e determinazione.
Quello della comunità educativa lecchese con il mondo del ciclismo è del resto un legame forte e inscindibile. A coltivare una grande passione per lo sport del pedale sono non pochi educatori e non pochi ospiti della struttura di via Amendola, a cominciare da don Agostino Frasson.
Una passione, la sua, che l’ha portato dapprima a conoscere e poi a stringere legami di autentica amicizia con illustri campioni delle “due ruote”, di oggi e del recente passato. Tra gli altri l’australiano Cadel Evans, Gianni Bugno e Ivan Basso, passando per Claudio Chiappucci, Marzio Bruseghin, Paolo Savoldelli, Gianbattista Baronchelli, Francesco Moser, Alessandro Ballan, Felice Gimondi, scomparso nell’estate 2019, e altri ancora.
Un legame forte, si è detto, quello tra “Casa don Guanella” e il ciclismo. Non a caso, tra le varie attività concernenti la sfera personale, quella sportiva assume per la comunità educativa un ruolo di rilievo in quanto consente al minore di liberare le proprie potenzialità, a volte di riscattarsi da una vita segnata dal giudizio degli altri, di sperimentare una propria forma di creatività e di partecipazione, oltre che di misurarsi con i propri limiti. Innanzitutto per i valori che il ciclismo porta con sé: sacrificio, fatica e impegno, ma anche spirito di gruppo, solidarietà, costanza, tenacia, gioia, rispetto e collaborazione.
“La vita è gioia e dolore, morte e resurrezione - è solito ricordare don Agostino - e il ciclismo ne è una metafora. Proprio grazie al ciclismo “Casa Don Guanella” è riuscita a fare coesione sociale, riunendo giovani di ogni parte del mondo e dando loro l’opportunità di integrarsi con la città”.
Negli occhi di tanti appassionati di ciclismo e non soltanto vi sono poi le serate proposte presso la struttura lecchese di via Amendola o alla cascina di Valmadrera con ospiti legati a filo doppio appunto al mondo del pedale. E ora la ripartenza avviene, non a caso, con un’altra serata che avrà per protagonista un grande ex campione delle “ due ruote”, quel Giuseppe Saronni capace di vincere in carriera un campionato del mondo su strada, due Giri d’Italia, una Milano-Sanremo, un Giro di Lombardia e una Freccia Vallone.
Saronni, classe 1957, sarà a Valmadrera sabato prossimo, 29 maggio, per una cena di solidarietà a favore proprio di “Cascina don Guanella”.
Con lui, ospiti della serata saranno Ernesto Colnago, imprenditore, noto costruttore di biciclette da corsa e fondatore dell’azienda che porta il suo nome, l’esperto di storia del ciclismo Beppe Conti, da anni impegnato nel riproporre le gloriose imprese dei maestri di questa disciplina sportiva, e il giornalista Rai Andrea De Luca.
L’appuntamento in cascina è per le 19.30.
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