Lecchese, classe 1930, appartenente ai Ragni della Grignetta, si dedicò anche ai viaggi di navigazione e ai reportage fotografici
Lecchese, profondo conoscitore dell'ambiente della montagna e in particolare del mondo alpinistico, Renato Frigerio dedica questo suo scritto a Carlo Mauri, il “Bigio”.
Alpinista lecchese, classe 1930, appartenente al Gruppo Ragni della Grignetta. Abbandonata l’attività alpinistica di punta, si dedicò a viaggi esplorativi e di navigazione e ai reportage fotografici, in particolare in Nuova Guinea, nell’Antartide e in Amazzonia.
I suoi servizi da corrispondente in quelle terre sono apparsi sulle pagine della Domenica del Corriere e su Qui Touring. Inoltre la rete televisiva italiana e quella elvetica hanno in più occasioni mandato in onda filmati di Carlo Mauri.
All’età di 52 anni un infarto lo colpì per la seconda volta - era il 1982 - mentre da solitario percorreva la storica ferrata “Gamma 1” sul Pizzo d’Erna, da lui sollecitata.
Era il 31 maggio di quello stesso anno quando, all’ospedale di Lecco, il “Bigio” si spegneva.
A Carlo Mauri, per onorarne la memoria, è dedicata una via del complesso urbano a Lecco, in quartiere Castello, poco distante dalla sua abitazione in corso Matteotti.
Il "Bigio" in una foto che lo ritrae con Walter Bonatti. |
Sulla parte superiore (e finale) della ferrata “Gamma 1” che sale al Pizzo d’Erna, inaugurata nel ‘78, gli è stato intitolato uno spettacolare ponte metallico in lega di ferro e acciaio e così pure all’attacco della ferrata “Gamma 2” sul Resegone, nel 1983, con la posa di un medaglione di marmo delle Alpi Apuane, che ne racchiude il ritratto, si è voluto intenderne il ricordo riconoscente.
Quale segno di affetto e di stima per 16 anni consecutivi - dal 1996 al 2012 - al grande alpinista ed esploratore è stato dedicato un concorso nazionale di narrativa di montagna e ogni edizione si chiudeva in maggio a Lecco con una serata di premiazione.
I tanti concorrenti che si sono sentiti ispirati da Carlo Mauri e hanno partecipato a ogni edizione del concorso testimoniano il successo riscontrato e il richiamo consolidato di questo prestigioso premio letterario.
Tra gli scritti di Carlo Mauri: Antartide - Zanichelli, 1968 e Quando il rischio è vita - La Sorgente, 1975.
Successivamente vedono la luce le opere postume, che raccontano la vita di Mauri. Scritto da Franco Rho e a cura di Francesca Mauri sono usciti Il viaggiatore dei sogni, (Ferrari, 1997) e il docufilm “Un viaggiatore ai confini del mondo”, voluto dai suoi amici più vicini e fedeli, di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania, presentato nel 2014 al Film festival internazionale di Trento.
Carlo Mauri, figura quanto mai significativa, ha avuto un ruolo importante nella storia dell’alpinismo e ha contribuito a portare e diffondere con affermazione nel mondo il nome di Lecco. Un signore d’altri tempi con idee più avanti di molti altri. Grazie, “Bigio”!
Renato Frigerio
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