La proposta e l’impegno di più comunità lariane per concretizzare un’iniziativa in ricordo del sacerdote originario di Abbadia Lariana morto lo scorso 31 dicembre all’età di 58 anni
Don Alfredo Nicolardi, morto lo scorso 31 dicembre, nativo di Abbadia Lariana. |
(C.Bott.) Il mattino di Capodanno Abbadia Lariana si era svegliata con la triste notizia della morte di don Alfredo Nicolardi, un figlio della sua terra, nato l’8 ottobre 1962 e sacerdote dal 1992, stroncato dal Covid.
Il primo ricordo di molti era andato all’estate del 2017 quando don Alfredo aveva festeggiato proprio ad Abbadia il traguardo del venticinquesimo di ordinazione presiedendo la celebrazione della messa. Ad affiancarlo, quel giorno di agosto, vi erano don Tullio Salvetti (che proprio ad Abbadia fu parroco dal 1982 al 1995) e don Vittorio Bianchi, alla guida della parrocchia di San Lorenzo dal 2010 al 2019.
Dapprima a Rebbio come vicario e dal 2000 parroco di Garzeno e Catasco, don Alfredo nel novembre 2016 aveva abbracciato la sua nuova comunità pastorale di Cadorago, Bulgorello e Caslino, nel Comasco.
Appena prima di essere contagiato dal Covid che sul finire del 2020 lo aveva costretto al ricovero in ospedale, don Alfredo parlando ai suoi parrocchiani della difficile situazione che tutti stavano vivendo in conseguenza appunto della pandemia aveva avuto modo di affermare: “Da questa prova usciremo sicuramente diversi e migliori se ci chiederemo cosa il Signore ha voluto dirci permettendo questa croce. Se saremo disponibili a una vera conversione che si traduce anche nella riscoperta di essere tutti più fraterni e meno egoisti”.
Qualche settimana fa a Rebbio, dove come detto nei primi anni Novanta era iniziato il cammino ministeriale di don Alfredo, un gruppo di amici del sacerdote aveva manifestato il proposito di ricordarlo con un gesto concreto che rimanesse nel tempo a esprimere gratitudine e riconoscenza nei suoi confronti. Non certo per esaltare la sua persona (lui non l’avrebbe voluto) ma - come ha avuto modo di scrivere un’amica dopo quella triste notte di Capodanno - “per portare avanti una semina già iniziata, senza tanta tristezza, proprio come sarebbe piaciuto a lui”.
Il pensiero era andato allora alla Casa “Simone di Cirene” di Buccinigo, a Erba, che offre un luogo di accoglienza a sacerdoti che vivono un periodo di difficoltà e che propone un percorso che passa dalla riscoperta della bellezza dello studiare insieme fino all’approfondimento culturale e alla conoscenza di testimoni di una vita buona.
Poi un’altra idea, ossia quella di coinvolgere tutte le comunità legate a filo doppio a don Alfredo: la nativa Abbadia Lariana, che ha vissuto con lui il momento della formazione cristiana e la scelta di donare la sua vita al Signore, oltre ad averlo conosciuto come ragazzo, come uomo e come sacerdote, Camerlata (ora comunità pastorale con Rebbio, dove ha svolto un indimenticabile servizio da giovane seminarista), Garzeno e Catasco (che avevano mantenuto un posto speciale nel suo cuore) e la comunità pastorale “Santa Maria Madre di Dio” di Cadorago, Bulgorello e Caslino, che ha condiviso con lui l’ultimo periodo del suo ministero.
Più comunità unite dalla presenza preziosa, pur se discreta, di don Alfredo. E una significativa collaborazione tra laici che, accompagnati dai loro parroci e da preti amici, si sono ritrovati per “rigenerare la memoria” di chi ci ha lasciato.
La proposta riguarda la realizzazione di una sala incontri, funzionale e attrezzata, da realizzare come detto presso la Casa “Simone di Cirene” di Buccinigo, con una spesa da sostenere di circa 12.000 euro.
Sono così state fissate le modalità per contribuire all’iniziativa, a partire da un bonifico intestato alla stessa Casa “Simone di Cirene” - con nella causale l’indicazione “erogazione liberale in ricordo di don Alfredo Nicolardi” - sull’IBAN IT35I0521610900000000011534 e con la possibilità di trasmettere per e-mail all’indirizzo casasimonedicirene@gmail.com i dati necessari alla compilazione della ricevuta valida per le deduzioni e le detrazioni fiscali.
Si potrà anche consegnare in busta chiusa alle singole parrocchie o ai rispettivi referenti una quota in contanti da devolvere all’iniziativa (in questo caso non si avrà peraltro diritto alla detrazione fiscale).
In proposito, queste sono le persone alle quali rivolgersi anche per avere ulteriori informazioni: Rebbio e Camerlata - Cristian Brunello (347-24.43.675), don Giusto Della Valle (366-70.90.468) e Betty Sala (339-30.66.987); Garzeno e Catasco - Giovanni Mazzucchi (331-42.50.085); Abbadia Lariana - Piergiuseppe Bassanese (349-09.00.216); Cadorago, Caslino e Bulgorello - Don Remo Bracelli (347-31.53.146).
E, come scrive da don Renato Pini sul bollettino delle comunità di Rebbio e Camerlata, “don Alfredo vive con la sua personalità, il suo dinamismo, il suo sorriso, con la sua “unicità” e vera grandezza non soltanto nel nostro ricordo, ma realmente e per sempre nel Signore”.
Avrei necessità di comunicare con lei in privato. Grazie.
RispondiEliminaAvrei necessità di comunicare con lei in privato. Grazie.
RispondiEliminaBuongiorno. Scusi, ma quanto scritto da lei, utilizzando le stesse parole l'ho già letto in un articolo con un'altra firma, con delle virgolette per citare le parole di altri. Mi chiedo se il suo PC non abbia le virgolette, ho ha deliberatamente copiato il testo. Le ricordo che esiste una authority in merito. La invito quindi ad eliminare o virgolettare tutto ciò che ha copiato dallo scritto di altri... Farsi promotori di un'iniziativa è una buona azione, copiare di pari passo l'esperienza e i sentimenti degli altri non credo.Grazie. Elisabetta
RispondiEliminaArticolo interamente copiato.
RispondiEliminaL’art. 65 sul diritto d’autore consente la riproduzione di materiali utilizzati in occasione di avvenimenti di attualità ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca. Questo nei limiti di uno “scopo informativo” e citando comunque l’autore o la fonte.
Danilo
Ho notato anch’io che sul Settimanale della Diocesi di Como c’è un articolo le cui parole sono riportate pari pari in questo suo scritto, ma quell’articolo non porta la sua firma. Non trova anche lei corretto citare l’autore, quando si utilizzano le parole ed i pensieri di altri?
RispondiEliminaHo notato anch’io che sul Settimanale della Diocesi di Como c’è un articolo le cui parole sono riportate pari pari in questo suo scritto, ma quell’articolo non porta la sua firma. Non trova anche lei corretto citare l’autore, quando si utilizzano le parole ed i pensieri di altri?
RispondiEliminaArticolo apparso sul Settimanale della Diocesi di Como in data 18.03 Firmato da A.S.
RispondiEliminaNon basta cambiare qualche parola per appropriarsi di esperienze, emozioni e sentimenti di altri. Avrebbe, come minimo, dovuto citarne l’autore.
Pessima figura per promuovere una bella iniziativa.
Cinzia
Articolo copiato. Complimenti al "giornalista".
RispondiElimina#AGCOM
Ho notato anche io che lo stesso articolo è comparso sul settimanale della Diocesi di Como, con data (18.03.2021) precedente a questo articolo (20.03.2021). L'articolo 65 sui diritti d'autore prevede la citazione di autore e fonte del materiale riportato. Trovo il suo comportamento molto scorretto.
RispondiEliminaMartina.