23 marzo 2021

Mandello, l’ultimo saluto a Gala. “Io provo una grande gioia per la vita di Francesco”

Così padre Angelo Cupini all’omelìa. “Abbiamo il dovere di custodire la sua memoria e pensando a lui dovremo fare tesoro della sua parola… silenziosa”



(C.Bott.) Nei giorni che introducono alla Settimana Santa l’ultimo saluto di Mandello a Francesco Gala. Sì, sono i giorni che precedono la Passione di Cristo, che saranno seguiti dalla sua resurrezione. Dall’altare della chiesa arcipretale di San Lorenzo, all’inizio del rito funebre, don Alessandro Comini, prete dal 2004, nipote di Francesco, accosta allo zio il senso e il significato delle giornate che la comunità cristiana si appresta a vivere.

“La Resurrezione è la vera gioia della nostra fede - dice il sacerdote - e quelli della Passione del Signore e appunto della sua resurrezione, dunque del ritorno alla vita dopo la morte, sono gli stessi sentimenti che accompagnano questa celebrazione e il nostro saluto al caro Francesco”.

Con don Alessandro a concelebrare la messa delle esequie ci sono il parroco della comunità pastorale di Mandello don Giuliano Zanotta, don Ambrogio Balatti e don Giovanni Calastri, mandellese d’adozione (i suoi genitori, giunti sul Lario da Milano, molti anni fa avevano ristrutturato una casa in via della Torre per trascorrervi le vacanze estive). Poi padre Angelo Cupini, missionario clarettiano, fondatore e responsabile della Comunità di via Gaggio, grande amico di Gala.

Con loro all’altare anche il diacono permanente della diocesi di Vercelli Luigi Di Donato, per lunghi anni residente a Olcio di Mandello.



E’ padre Angelo a pronunciare l’omelìa. “Francesco ora è faccia a faccia con il Signore e gli parla - premette - e noi dobbiamo ringraziare Dio per la sua lunga vita e soprattutto per come lui ha saputo interpretarla”.

“Una comunità cristiana è attenta ai bisogni di tutti - dice il sacerdote - a partire dai più fragili e il tempo che stiamo vivendo lo sta confermando. Così ha vissuto il caro Francesco, che si spazientiva se gli si ricordava quello che lui era solito fare e se gli si parlava della sua costante attenzione nei confronti del prossimo”.



“Ma nessuno di noi deve possedere l’altro - aggiunge padre Angelo - né trattenerlo. Abbiamo però il dovere di custodire la sua memoria e pensando a Francesco dovremo fare tesoro della sua parola… silenziosa”.

“Oggi io provo una grande gioia per la vita di Francesco - dice ancora il sacerdote - e a lui chiedo di continuare a essere attento alle nostre inquietudini, ringraziandolo per l’amicizia che ha messo a disposizione di ognuno di noi”.



Prima della fine del rito funebre don Giuliano Zanotta trasmette ai familiari di Francesco Gala e alla comunità mandellese il cordoglio e la vicinanza di padre Sandro Lafranconi e di padre Mario Marazzi, missionari rispettivamente nella Polinesia francese e a Hong Kong.

Poi un ultimo messaggio carico di affetto e tenerezza e, all’esterno dell’arcipretale, il saluto degli alpini, quasi a “scortare” il feretro prima che Francesco lasciasse per sempre la piazza. E la “sua” Mandello.

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