All’associazione è stato intanto riconosciuto con comodato scritto, dopo il tacito accordo a suo tempo sancito tra i soci fondatori e la Navigazione, il diritto di occupazione e uso della “casetta” adibita a sala d’aspetto
Dino Fasoli, presidente della "Compagnia del pontile" di Mandello.
(C.Bott.) “Scopo primario dell’associazione è, fin dalla sua costituzione, la promozione e il decoro dei vecchi nuclei mandellesi. Unitamente al consiglio direttivo che ho l’onore di presiedere il proposito è di estendere le iniziative anche al campo culturale e al tempo libero, così da contribuire alla promozione dell’immagine della nostra Mandello”. A parlare è Dino Fasoli, da dicembre 2019 presidente della “Compagnia del pontile” di Mandello.
A questo proposito e nel sottolineare che l’impegno suo e appunto del direttivo sarà quello di non deludere le aspettative dei soci, il presidente preannuncia che “verranno ricercate importanti sinergie con altre associazioni attive sul territorio”, destinate a tradursi, non appena la pandemia sarà alle spalle, in tangibili iniziative.
Nel frattempo Fasoli annuncia con legittimo orgoglio che, proprio in considerazione del ruolo fin qui svolto dall’associazione e del comportamento impeccabile nel mantenere in modo decoroso l’imbarcadero mandellese anche attraverso adeguati interventi di manutenzione, alla “Compagnia del pontile” è stato riconosciuto con comodato scritto - dopo il tacito accordo a suo tempo sancito tra i soci fondatori e la Navigazione - il diritto di occupazione e uso della “casetta” adibita a sala d’aspetto.
La “Compagnia del pontile” si è costituita nel 1983 allo scopo di ricostruire il pontile dell’imbarcadero di Mandello così come si presentava prima dell’inopinata scelta, che risale alla fine degli anni Settanta, di demolirlo. Soci fondatori furono Remo Farina (primo presidente dell’associazione), l’architetto Ezio Fasoli (a lui venne affidata la progettazione dell’intervento), Arturo Arrigoni, Nino Lozza, Mario Lozza, Tullio Colombo, Pier Luigi Panizza, Franco Necchi, Felice Zucchi e Mariella Gini, oltre a Gigi De Pellegrin della storica “Gelateria Costantin”.
Il problema, tutt’altro che indifferente, di reperire i fondi venne risolto grazie alla decisione dei soci di autofinanziarsi. Importante fu altresì l’apporto di enti privati e di alcuni amici simpatizzanti.
L'imbarcadero di Mandello come si presentava prima della ricostruzione del pontile. |
“Ardua e paziente - ricorda Dino Fasoli - ma allo stesso tempo efficace fu la ricerca dei pezzi originali che componevano il vecchio pontile e che comprendevano fusioni in ghisa, modanature in lamiera, capitelli e recinzioni, fregi e cartigli. Si trattava a quel punto di effettuare il riassemblaggio, da montare successivamente sulle due costruzioni in muratura dove avrebbero trovato posto la biglietteria e la sala d’attesa, a loro volta da riedificare come si presentavano in origine”.
“Oltremodo difficoltoso - afferma sempre il nuovo presidente - si rivelò l’iter burocratico indispensabile per ottenere i permessi e le relative concessioni. Occorsero tre anni di grande tenacia e di notevole impegno durante i quali i promotori della ricostruzione del pontile dovettero superare anche momenti di comprensibile scoramento, fino ad arrivare a pensare di abbandonare l’impresa”.
“Alla fine - aggiunge Fasoli - la caparbietà e la tenacia dei soci ebbero il sopravvento e nel settembre dell’87 il ricostruito pontile fu festosamente inaugurato”.
Siamo riconoscenti a quei mandellesi caparbi e lungimiranti che hanno ritrovato i vari pezzi del pontile, preziosa immagine identitaria della zona dell'antico porto di Mandello. Siamo disponibili a collaborare molto volentieri con la compagnia del pontile; fare rete paga sempre.
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