Riceviamo da “Casa comune per Mandello democratica” e pubblichiamo:
Giovedì 25 febbraio, nella seduta del consiglio comunale, il gruppo di “Casa comune per Mandello democratica” ha presentato un ordine del giorno avente per oggetto il conferimento della cittadinanza italiana a Patrick George Zaki con la quale si chiedeva al presidente della Repubblica e al Governo di conferirgli la cittadinanza italiana affinché l’Italia possa tutelarlo, riconoscendo nella sua persona i valori di libertà di pensiero e partecipazione propri di un Paese libero come il nostro.
Inoltre l’ordine del giorno chiedeva al Governo di “valutare la cessazione della fornitura di armi e munizioni laddove sussista un rischio chiaro che tali forniture possano essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario”.
Su questo punto la maggioranza ha espresso perplessità, chiedendo che venisse votata soltanto la richiesta della cittadinanza a Zaki e sostenendo che non è compito di un consiglio comunale sollecitare il Governo su questa materia e che la produzione di armi dà lavoro.
“Casa Comune”, pur rispettando posizioni diverse, resta convinta della propria circa la vendita di armi e crede che il compito di un consiglio comunale sia anche quello di sollecitare lo Stato a tener fede ai valori della Costituzione. Pensa infatti che le scelte che regolano i nostri comportamenti su questi temi abbiano valore politico, nell’accezione più alta del termine.
Pensare che l’interesse economico prevalga sui diritti umani è per “Casa Comune” profondamente ingiusto e contrario ai princìpi su cui si fonda la nostra democrazia.
Considerando l’importanza e l’urgenza di inoltrare la richiesta di cittadinanza per Zaki al presidente della Repubblica e al Governo, dopo un’estenuante discussione il nostro gruppo consiliare ha deciso di mettere in votazione soltanto questa parte.
Purtroppo, però, la votazione non è stata unanime, dimostrando che neppure questa nobile iniziativa è condivisa da tutta la maggioranza.
“Casa comune per Mandello democratica”
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