16 febbraio 2021

Mandello. Una poesia e un pacchetto di chiacchere in dono dai volontari agli anziani

Agli utenti abituali del centro diurno anche un messaggio: “Dopo la tempesta viene il sereno e così ci auguriamo di ritrovarci insieme quanto prima a giocare a carte, a tombola, oppure a chiacchierare dei mesi trascorsi a casa”



(C.Bott.) E’ passato esattamente un anno da quando il centro diurno “Giorgio e Irene Falck” di Mandello, in concomitanza con quella che avrebbe dovuto essere la festa di Carnevale, chiuse i battenti per scongiurare il diffondersi dei contagi da coronavirus, anche in considerazione della fascia di età degli utenti.

Era il febbraio 2020 ed era appena scattata la prima fase di un’emergenza sanitaria di cui allora tutti ignoravano quanto sarebbe potuta durare. Pochi giorni prima erano stati festeggiati i vincitori di una gara di briscola in un gioioso pomeriggio completato da una ricca merenda a base di panini, dolci e bibite.

Responsabili, animatrici e volontarie della struttura di via Manzoni avevano peraltro tenuto a precisare che non avrebbero “staccato la spina” e nelle settimane e nei mesi successivi erano stati di parola, mantenendo i contatti con gli assidui frequentatori del Centro attraverso telefonate e colloqui per un po’ di compagnia e per ascoltare le loro esigenze.

Avevano tra l’altro realizzato (e recapitato ogni volta a una quarantina di anziani) una serie di libretti cartacei con varie attività da svolgere: passatempi, cruciverba, indovinelli, figure da ritagliare, colorare e incollare. E avevano pure proposto un concorso a premi, invitando ciascuno di loro a preparare uno scritto, una poesia o una filastrocca in cui raccontare sensazioni e stati d’animo di quel periodo, purtroppo come noto non ancora alle spalle, per tutti così difficile.

Ora, nella “settimana grassa” di Carnevale, appunto a un anno di distanza da quel forzato “stop”, i volontari del Gruppo assistenza agli anziani sono tornati a far sentire la loro voce (e soprattutto la loro ideale quanto sincera vicinanza agli utenti del centro diurno) con uno scritto e un dono particolarmente apprezzati.

La poesia dialettale "Una guta de speranza" composta dal mandellese Mario Ciappesoni.


Lo scritto introduce una bella poesia dialettale del bravo Mario Ciappesoni dal titolo più che mai significativo: Una guta de speranza. La speranza, già. “Parola molto difficile da ritrovare negli scritti e nei discorsi in questo tempo di pandemia”, si legge nel messaggio firmato dai “volontari del Gruppo anziani”, cui segue l’invito a leggere quella poesia più volte “per poter scoprire con il poeta come in questi tempi bui sia ancora possibile vedere uno squarcio di luce, ritrovare valori scomparsi dal cuore e dalla mente come l’amicizia e l’altruismo, capaci di far tornare a sorridere e di trasformare il nostro egoismo in bene comune da condividere”.

“Ci vuole proprio un po’ di ottimismo - affermano ancora i volontari - anche per tutti noi, ben sapendo che nella nostra vita abbiamo già superato prove molto dure. Ma dopo la tempesta viene il sereno e così noi ci auguriamo di ritrovarci insieme quanto prima a giocare a carte, a tombola, oppure a chiacchierare dei mesi trascorsi a casa, recuperando la gioia dello stare insieme”.

Ad accompagnare quel “messaggio” di augurio e appunto di speranza, come detto, anche un dono: un pacchetto di chiacchere, “dolci - sottolineano i volontari - che ci ricordano tanti Carnevali trascorsi insieme, mangiando e cantando allegramente”.

Poi i saluti: “Noi vi abbracciamo con tanto affetto, purtroppo soltanto con il pensiero e le parole”.

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