Giorgio Redaelli e la sua amicizia con il mandellese morto all’età di 88 anni: “Con me ha salito un paio di volte la Cresta Segantini”
Una foto d'archivio scattata a Roma in occasione degli 80 anni dell'Azione Cattolica. Adelio Muzio è il primo in basso a destra. |
(C.Bott.) La montagna era una delle grandi passioni di Adelio Muzio, morto a Mandello all’età di 88 anni e del quale domani pomeriggio alle 15.30 saranno celebrate nella prepositurale del “Sacro Cuore” le esequie.
La montagna e i suoi sentieri. E, in qualche caso, le sue pareti. A Muzio erano divenuti familiari, per averli frequentati in più occasioni, il Monte Bianco e il Cervino, ma anche il Pizzo Badile e il Monte Rosa.
A proposito di monti, di escursioni e di arrampicate (Muzio era socio del Cai dal 1952), a ricordare con parole di sincero cordoglio “l’amico Adelio” è Giorgio Redaelli, classe 1935, originario di Mandello, tra i migliori alpinisti europei degli anni Cinquanta e Sessanta, l’epoca d’oro del sesto grado superiore.
Arrampicatore di razza, capace esprimersi ai massimi livelli tanto sulla roccia dolomitica quanto sul terreno d’alta quota delle Alpi occidentali, il “re del Civetta” - com’è soprannominato Redaelli, del quale negli ambienti della montagna tutti ricordano in particolare la vittoriosa ascensione dl 1963 lungo la via Solleder, appunto sulla Nord-ovest del Civetta - dice di Muzio: “Ricordo il suo legame con la montagna, che lo aveva portato a diventare un grande camminatore. Non ha svolto un’attività su roccia particolarmente intensa, ma con me ha salito un paio di volte la Cresta Segantini, una delle super-classiche più note della Grignetta”.
“Sono vicino ai familiari di Adelio e al loro dolore - aggiunge Redaelli - e so di aver perso con lui un altro amico”.
In quest'altra foto d'archivio scattata a Bergamo Muzio è il primo in basso a destra. |
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