Così si legge su un drappo appeso da questa mattina a una ringhiera di protezione all’ingresso dello svincolo, appena sotto la ex chiesa di San Martino
(C.Bott.) A metà febbraio era entrata in vigore l’ordinanza dell’Anas che vietava fino a maggio il transito di biciclette e pedoni lungo la Statale 36 nel tratto compreso tra Abbadia Lariana e Lecco (e viceversa). Dietro quel provvedimento vi erano i lavori in corso di manutenzione straordinaria e di adeguamento e sostituzione delle barriere di sicurezza in quello stesso tratto di Statale e la conseguente esigenza di chiudere le corsie di sorpasso delle carreggiate Nord e Sud per consentire l’esecuzione delle opere programmate.
Quello stesso provvedimento, come si leggeva nel testo nell’ordinanza, era dettato dall’esigenza di garantire la sicurezza della circolazione stradale e riguardava pedoni, ciclisti, ciclomotori, motocicli di cilindrata inferiore ai 150 cc e motocarrozzette di cilindrata inferiore a 250 cc.
La nuova disposizione aveva subito creato non pochi malumori, in particolare in chi è solito percorrere in bicicletta quel tratto di strada per ragioni di lavoro. E tra i primi a far sentire la sua voce e il suo malcontento era stato Davide Trincavelli, mandellese.
“Raggiungo Lecco in bicicletta da 25 anni - aveva detto - e da troppo tempo proprio i ciclisti osservano impotenti un osceno balletto e un continuo rimpallo di responsabilità per quanto riguarda la prevista realizzazione della pista ciclabile nel tratto compreso tra Abbadia Lariana e Lecco”.
Nelle settimane successive non erano mancate altre prese di posizione, ma ora Trincavelli ha deciso di mettere in atto, certamente con il favore e l’approvazione di altri appassionati della bicicletta, anche una tangibile forma di protesta e questa mattina, poco dopo le 11, ha appeso a una ringhiera di protezione all’ingresso dello svincolo di Abbadia Lariana, appena sotto la ex chiesa di San Martino, un drappo bianco con in bella evidenza una scritta inequivocabile: “Troppo facile vietare… Fateci la ciclabile!”.
Ha perfettamente ragione!
RispondiEliminaBisogna disobbedire in massa.
RispondiEliminaCi vorrebbe una vera azione di protesta. Sono passati più di dieci anni dalla prima aggiudicazione dell'appalto poi fallito. Lo devono fare tutte le amministrazioni del lago.
RispondiEliminaIl politichese,allora lingua per pochi ed oggi quasi per tutti, si esplica, anche e soprattutto, in queste forme. Inizió la lega a rendere,tale lingua, di uso comune poi Di Pietro, Renzi ed altri né favorirono sempre di più la diffusione.inutile scrivere che la ciliegina, a mo' di consacrazione definitiva, la posta il movimento cinque stalle con i due governi precedenti ed i suoi ministri. Il messaggio è, per chi non l'avesse ancora capito e attende ancora il dizionario specifico :"signori, signore e vie di mezzo, a noi del vostro sogno di percorrere con il velocipede una tratta di strada in riva al lago non ce ne può fottere di meno, liberi di sognare, del resto l'umanità ha sempre vissuto nell'utopia delle ideologie e dei progetti irrealizzabili, continuate a farlo".
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