Stefano Foschini, presidente della sezione Ana “Alto Lario”: “Sacrificio, altruismo e senso del dovere restano valori senza tempo e un’eredità da tramandare alle giovani generazioni”
La sfilata in una delle edizioni degli anni scorsi della commemorazione di Nikolajewka. |
“La pandemia in atto ci costringe ad annullare la commemorazione del 78° anniversario della battaglia di Nikolajewka, prevista a Colico per domenica 7 febbraio. Le attuali condizioni non consentono infatti lo svolgimento in sicurezza della cerimonia con l’osservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie per la prevenzione dei contagi”. Questa la comunicazione del presidente dell’Ana di Colico, Stefano Foschini, agli alpini e a tutta la popolazione.
Alla manifestazione, da sempre organizzata dalla sezione “Alto Lario” con il sostegno degli alpini del gruppo di Colico, hanno sempre partecipato le massime autorità civili, militari e religiose: il prefetto, rappresentanti della presidenza della Regione Lombardia, sindaci, presidenti di Provincia e delle Comunità montane, questore, il comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di finanza, rappresentanti delle truppe alpine, i parroci di Colico e il cappellano della Sezione. Costante pure la presenza del comandante del 5° Reggimento alpini di Vipiteno e di un picchetto armato.
La piazza di Colico intitolata proprio al 5° Reggimento, dove ha sede il monumento ai caduti, è da sempre la sede ideale per lo svolgimento della manifestazione, a cui hanno sempre presenziato centinaia di penne nere provenienti da tutta la Lombardia e anche da fuori regione.
La commemorazione viene proposta per ricordare gli eroi di quel drammatico episodio della campagna di Russia. A inizio 1943 il fronte russo, sulla riva del fiume Don, era presidiato dalle truppe italiane, composte in prevalenza dal Corpo d’Armata alpino, unitamente all’armata ungherese e quella rumena.
A seguito dello sfondamento della linea del fronte a nord e a sud le truppe italiane si trovarono chiuse in una tenaglia. Era necessario a tutti i costi rompere lo sbarramento dell’armata russa per consentire ai militari l’arretramento e il ritorno a casa.
L’epilogo di quelle giornate iniziate il 17 gennaio 1943 si verificò a Nikolajewka il 26 di quello stesso mese: gli alpini, dopo strenui combattimenti e enormi perdite, riuscirono ad aprire un varco. Tanti gli episodi di eroismo. Si distinse la Divisione Tridentina comandata dal generale Luigi Reverberi, che incitò i suoi alpini con il grido “Tridentina avanti”.
Stefano Foschini, presidente della sezione Ana "Alto Lario". |
Quel sacrificio consentì a migliaia di alpini di fare ritorno a casa. Pochi rispetto a coloro che erano partiti, tanto che l’armata italiana per essere trasportata in Russia aveva necessitato di 200 tradotte, mentre per tornare a casa ne bastarono 17. E su un totale di 45.000 alpini fecero ritorno 6.400 penne nere della Tridentina, 3.300 della Julia e 1.300 della Cuneense.
“Colico - afferma sempre il presidente Foschini - rinnova questo ricordo dal 1946 e dopo 78 anni continuiamo a commemorare questo grande sacrificio sia per ricordare coloro i quali hanno dato la vita per la patria sia per rendere omaggio ai quei valori intramontabili che sono alla base della nostra associazione: il sacrificio, l’altruismo, il senso del dovere. Valori senza tempo che confermano l’attualità di questa commemorazione, un’eredità che è nostro dovere tramandare alle giovani generazioni”.
Nessun commento:
Posta un commento