22 gennaio 2021

Rotatoria di Varenna. Il Comune vince al Tar della Lombardia il primo grado della causa

Era stata intentata dalla società aggiudicataria. Il sindaco Manzoni: “L’esito favorevole del giudizio consentirà di rivalutare una possibile diversa collocazione dell’opera”

L'ingresso della galleria di Varenna lungo la Provinciale 72.


Con sentenza numero 2623/2020 emessa dal Tribunale amministrativo della Lombardia lo scorso 29 dicembre è stata dichiarata la legittimità formale e sostanziale degli atti adottati dall’amministrazione comunale ed è stato respinto il ricorso proposto dalla “Carnazzola geom. Camillo Spa”.

Il Tar ha affermato che il progetto esecutivo presentato dalla società aggiudicataria, volto a realizzare una rotatoria all’intersezione tra viale Polvani e la strada provinciale 72, non può essere realizzato a causa della “inaffidabilità del progetto in relazione alle soluzioni tecniche ed economiche relative ai profili di sicurezza nell’esecuzione dell’opera, nonché l’incompletezza e l’inadeguatezza dello stesso”.

Il Tar, in particolare, ha confermato la legittimità dell’operato dell’attuale amministrazione comunale, che nel corso del “procedimento di validazione” aveva rilevato come il progetto presentato dalla società fosse connotato:

a) dall’assenza di una puntuale quantificazione e ripartizione dei costi da interferenza e delle relative garanzie, necessari per adempiere alle prescrizioni imposte da Rete ferroviaria italiana Spa;

b) dalla mancata considerazione degli oneri di manutenzione del muro di sostegno, considerato come parte caratterizzante dell’opera, e della sua eventuale ricostruzione;

c) dal mancato adeguamento del quadro economico dell’opera agli oneri richiesti dalla Rete ferroviaria italiana.

I giudici del Tar, in buona sostanza, hanno confermato che le valutazioni del Comune di Varenna volte a opporsi alla realizzazione della rotatoria erano fondate e che la stessa, così come proposta dalla società aggiudicataria, presentava “evidenti carenze progettuali”.

Sulla base di tali premesse, pertanto, gli stessi giudici, ritenendo legittimi gli atti adottati dall’amministrazione comunale, hanno rigettato il ricorso proposto dalla “Carnazzola geom. Camillo Spa” e condannato quest’ultima al pagamento delle spese di lite.

Fin dal suo insediamento l’Amministrazione guidata dal sindaco Mauro Manzoni aveva contestato le pretese della società aggiudicataria e ora il Tar della Lombardia ha confermato il fondamento di tali riserve, dichiarando la rotatoria irrealizzabile a causa delle carenze tecniche e economiche di un progetto destinato a imporre alla collettività un ingiustificato e gravoso onere finanziario, a fronte della costruzione di un’opera connotata da insufficienti garanzie in termini di sicurezza e sostenibilità.

“Sono soddisfatto che gli argomenti formulati dall’amministrazione comunale siano stati accolti - dichiara il primo cittadino di Varenna, Mauro Manzoni - Confidavo nel riconoscimento delle nostre ragioni. Sottolineo tuttavia come lo stop alla rotatoria pronunciato dal Tar, così come progettata dalla “Carnazzola”, benché gradito per aver messo a nudo le criticità di quel progetto non possa che incidere negativamente sulla circolazione viabilistica, procrastinando inevitabilmente una corretta soluzione che il nostro paese avrebbe ben prima meritato”.

“L’esito favorevole del giudizio - aggiunge Manzoni - consentirà di rivalutare una possibile diversa collocazione della rotatoria, nell’ambito di un percorso amministrativo in cui la legalità del procedimento di gara e di aggiudicazione venga a ogni costo perseguita, in piena aderenza con quanto scritto nel programma elettorale di “Vivere Varenna”, mettendo le casse del Comune al riparo da ingiustificabili costi aggiuntivi e debiti fuori bilancio”.

“Il risultato ottenuto - conclude Manzoni - non può prescindere dall’impegno profuso in questi anni dai professionisti che alla guida dell’Ufficio tecnico hanno gestito con competenza una vicenda tanto complessa e articolata. Resta l’amarezza per il tempo perduto, per i costi di un mutuo trentennale di 1.700.000 euro assunto fin dal 2013 con la Cassa depositi e prestiti e per le spese legali fino a oggi sostenute. In poche parole, un grande sperpero di risorse! Sarà in ogni caso nostra cura integrare la segnalazione a suo tempo trasmessa alla Corte dei conti e informare la cittadinanza di eventuali sviluppi”.

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