05 gennaio 2021

Quattro professionisti scrivono: “Ecco perché il tempio crematorio a Dervio non s’ha da fare”



Il documento è stato predisposto da quattro professionisti derviesi (due avvocati, un architetto e un dirigente d'azienda) e contiene una serie di motivazioni riguardanti la prevista realizzazione a Dervio di un tempio crematorio. Quello che segue è il testo del documento in questione, a firma di Luigi Giordano, Francesco Marzari, Davide Mevi e Roberto Stucchi:

Perché la proposta di costruire un tempio crematorio a Dervio è insostenibile? Perché dall’analisi di delibere e provvedimenti che la Regione Lombardia ha emanato emerge quanto segue: i criteri guida per localizzare i crematori sul territorio lombardo stabiliti nella delibera  n. X / 3770 del 2015 richiedono espressamente di “verificare preventivamente che la costruzione di nuove linee e nuovi impianti  da parte dei Comuni avvenga secondo i criteri della popolazione residente e del numero di linee di impianto già attive ed efficienti nel territorio provinciale, in una visione che assicuri una distribuzione omogenea in regione”.

Inoltre nella delibera n. VIII / 9052 del 2009 si afferma che “la localizzazione di nuovi impianti viene consentita considerando i seguenti elementi: a) la distanza da impianti esistenti tale da salvaguardare i criteri di efficienza; b) la viabilità e le relative aree critiche; c) le distanze e i tempi di percorrenza adeguati rispetto ai possibili fruitori” (ovvero ciò che Regione Lombardia definisce criterio quantitativo localizzativo, considerandolo il primo criterio di verifica).

L’immagine allegata mostra in modo semplice e diretto che la proposta di realizzazione a Dervio non trova alcuna giustificazione alla luce dei suddetti criteri stabiliti come detto dalla Regione.

I tre cerchi rossi con raggio di 30 chilometri rappresentano infatti i bacini “primari” di popolazione residente relativa ai crematori di Albosaggia (Sondrio), Como e Bergamo.

E’ evidente come Dervio si trovi a essere posizionata nell’area più direttamente destinata a garantire efficienza al crematorio di Albosaggia, il cui bacino (con un avanzo di 1.482 cremazioni annue) non soddisfa tale criterio.

La proposta di costruire un tempio crematorio a Dervio è insostenibile perché, a conferma di quanto appena affermato, nella delibera n. XI / 3322 del 2020 e precisamente nelle “considerazioni conclusive” dell’allegato A che la stessa Regione Lombardia considera un documento di pianificazione territoriale, si dichiara testualmente (in riferimento all’esigenza di nuovi impianti crematori: “C’è bisogno per Monza e Brianza, che avrebbe circa 3000 cremazioni per anno, e non per Lecco, che avrebbe poco più di 1.000 cremazioni per anno.”

Infine perché nella delibera n. VIII / 4642 del 2007, in vigore fino al 2015, si stabiliva al punto d) 5 che “la realizzazione di un nuovo impianto di cremazione non è ammessa in ambito urbano in prossimità (distanza minima 500 metri) di elementi sensibili (asili, scuole, ospedali, Rsa, eccetera) e/o a elevata pressione antropica”.

Tale principio non va confuso con la previsione della cosiddetta fascia cimiteriale di 50 metri, che non ha nulla a che vedere con il tema specifico degli impianti di forni crematori.

Nella successiva delibera n. X / 3770 del 2015, tuttora vigente, è confermato il riferimento alla distanza minima. Infatti è ribadito che “non è ammessa la realizzazione di impianti in prossimità di elementi sensibili”.

Come noto a tutti, a Dervio entro il raggio di 500 metri dal cimitero sono compresi le scuole medie, la scuola materna, le scuole elementari, l’asilo nido “Il bosco dei 100 acri”, l’oratorio, il cinema, il centro anziani, il parco giochi e le Officine Galperti, oltre a numerosi edifici di civile abitazione ad alta densità abitativa.

E’ del tutto evidente che l’ipotizzata localizzazione di tale impianto nell’ambito del cimitero di Dervio, che è posto all’interno del contesto urbano, è in palese contrasto con i princìpi affermati da Regione Lombardia a tutela della salute.

I documenti citati sono pubblici e liberamente accessibili a tutti i cittadini.

A fronte di quanto sopra rimane del tutto incomprensibile capire secondo quali criteri l’amministrazione comunale abbia ritenuto necessario presentare una manifestazione di interesse per la realizzazione di un nuovo impianto di cremazioni nel nostro comune.

Luigi Giordano

Francesco Marzari

Davide Mevi

Roberto Stucchi

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