24 gennaio 2021

Luciano Cereghini, l’addio di Lierna a un alpino semplice, benvoluto e dal cuore buono

Fu uno dei testimoni della tragedia del Gavia che nel 1954 costò la vita a diciotto penne nere. I funerali domani pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale del paese

Luciano Cereghini, classe 1931.


(C.Bott.) Un uomo semplice e con un cuore grande. Insomma, un uomo buono. E un alpino, particolarmente legato alla penna nera e agli ideali di fratellanza e solidarietà propagandati dall’Ana.

Lierna piange Luciano Cereghini, classe 1931, al quale domani darà l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, dove alle 15 verranno celebrati i funerali.

La semplicità, si è detto, era il tratto saliente di Luciano, che a Lierna ha sempre vissuto e che da qualche tempo era ospite in una residenza sanitaria e assistenziale per anziani a Vendrogno.

Un cuore alpino a tutti gli effetti, il suo. Cereghini, del quale fino a qualche anno fa erano in molti a notare la sua costante presenza in piazza IV Novembre, aveva svolto il servizio di leva a Merano e il 20 luglio 1954 era stato testimone della tragedia del Gavia che aveva coinvolto diciotto penne nere del battaglione Bolzano.

Quel giorno, con il maltempo che imperversava sulla zona, un camion con venti persone a bordo sbandò in conseguenza dell’improvviso cedimento del terreno e 18 di loro persero la vita.



Della colonna militare in transito lungo quella strada sterrata che da Ponte di Legno porta appunto al Passo Gavia, per poi arrivare a Santa Caterina Valfurva, faceva parte anche Luciano Cereghini, che si prodigò più di ogni altro per prestare i primi soccorsi e per recuperare i corpi senza vita di quegli alpini, molti dei quali portati a spalla proprio da lui fino alla strada che sovrastava il dirupo.

“Quel ricordo non aveva mai abbandonato l’amico Luciano - dice Corrado Pensa, capogruppo dell’Ana di Lierna - e forse proprio quell’episodio lo aveva avvicinato ancora di più agli alpini, tanto che anno dopo anno non mancava di partecipare alle adunate nazionali  e ai vari raduni proposti dalle penne nere, oltre che alla vita del nostro gruppo”. “E’ vero - aggiunge - era un uomo semplice, schietto e genuino e ora ci mancherà”.

Commosso e sincero anche il ricordo del dottor Carlo Santini. "Con lui se ne va un pezzo di storia di Lierna - dice - Ha regalato a molti un sorriso e a lui la nostra comunità deve tanti momenti lieti".

Ricorda, il dottor Santini, anche gli anni della giovinezza trascorsi da Cereghini a Colico. "Amava cantare - afferma - e un giorno mi raccontò che proprio per quella sua passione e chissà, forse per lo stesso nome di battesimo, i colichesi lo chiamavano "il Tajoli". Era una bella persona e proprio per questo era benvoluto da tutti".

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