24 gennaio 2021

Giovanni Zucchi e il canottaggio, in otto immagini la carriera del grande campione mandellese

Di lui, nel libro di Arnaldo Ruggiero pubblicato nel 1960 si legge: "Prodigiosa è la massa dei muscoli dei suoi bicipiti e dei suoi polpacci. Potentissimo in barca, potremmo definirlo una forza della natura"


 

(C.Bott.) Otto immagini, otto fotografie rigorosamente in bianco e nero. Otto scatti per “raccontare” appunto in immagini momenti significativi della carriera agonistica di Giovanni Zucchi, classe 1931, il grande campione della Canottieri Moto Guzzi morto martedì 19 gennaio a Mandello.

Era il 1954 quando la società remiera fondata nel 1929 diede alle stampe, in occasione del venticinquesimo anniversario di fondazione, una pubblicazione per celebrare quel traguardo.

Venticinque anni “con poche sconfitte e molte vittorie”, come si leggeva nelle pagine introduttive, dove si ricordava altresì che “dal piccolo nido di Mandello, a specchio del Lario e all’ombra delle Grigne, hanno spiccato il volo le aquile della Canottieri Moto Guzzi”. “Qualche starnazzamento incerto, i primi balzi nel vuoto - si leggeva sempre in quella pubblicazione - quindi il volo sicuro, l’ascesa possente alla conquista dell’azzurro”.



Nelle pagine centrali una serie di foto che raffiguravano i campioni della “Guzzi” “nel lavoro e nell’intimità”. E tra quei campioni non poteva mancare Giovanni Zucchi.

Di lui parlava anche Arnaldo Ruggiero nel libro Il canottaggio… questo sconosciuto pubblicato nel 1960. In riferimento agli Europei di Duisburg del 1957 vinti dall’otto della “Moto Guzzi”, l’avvocato lecchese scriveva: “Abbiamo chiamato Zucchi il “gigante buono”. Dall’alto del suo metro e 90 (o poco meno) ti guarda bonariamente. Sembra tu dica: potrei schiacciarti con un dito, però non ne sono capace… Prodigiosa è la massa dei muscoli dei suoi bicipiti e dei suoi polpacci. Potentissimo in barca, potremmo definirlo una forza della natura”.

E di seguito: “A tavola, quando è in allenamento, brontola soltanto perché di vino Alippi (l’allenatore, ndr) gliene dà troppo poco. Da buon agricoltore è parsimonioso, perciò non sciupa il denaro. Adesso però si dà alle spese pazze, avendo comperato una “Topolino” con la quale va alla disperata… Ma Alippi non interviene per raccomandargli un po’ di prudenza? Non si sa mai, Zucchi è uno dei punti di forza di qualsiasi armo, perciò è da tener da conto, molto conto”.

Eccole allora, in successione temporale, le immagini del vogatore di Luzzeno capace di partecipare a tre Olimpiadi (e di vincere ai Giochi di Roma del ’60 una medaglia di bronzo), di aggiudicarsi sette medaglie, di cui cinque del metallo più pregiato, ai campionati europei, di conquistare due ori ai Giochi del Mediterraneo e di salire per quindici volte sul gradino più alto del podio agli Italiani. Un campione d’altri tempi, Giovanni Zucchi. Sì, un grande campione.

 

Moioli, Zucchi, Carri e Cantoni dopo la vittoriosa finale agli Europei di Amsterdam del 1954.


I canottieri del "quattro senza" campione d'Europa stretti dal caloroso abbraccio dei loro compagni di lavoro al loro rientro dall'Olanda. Giovanni Zucchi è il terzo, da sinistra.

I neocampioni d'Europa Moioli, Zucchi, Carri e Cantoni scendono dal treno alla Stazione Centrale di Milano accolti festosamente da amici e colleghi di lavoro.

L'otto della Canottieri Moto Guzzi campione d'Europa a Poznan, in Polonia, nel 1958. Secondi quella volta furono gli Stati Uniti, terza l'Urss.

Un'altra immagine d'archivio. Anno 1961, davanti alla Moto Guzzi. Giovanni Zucchi è il quarto in piedi, da destra verso sinistra.

1 commento:

  1. E il Giouanon non era solo muscoli, per quanto straordinari. Era soprattutto un uomo integro e onesto, esempio di dedizione e maestro di vita.

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