Partecipò a tre Olimpiadi (ai Giochi di Roma fu medaglia di bronzo), vinse cinque campionati europei e 15 titoli italiani
Giovanni Zucchi, classe 1931. |
di Claudio Bottagisi
In carriera aveva collezionato una novantina di vittorie, un vero e proprio record. Ed era una gloria della Canottieri Moto Guzzi. Vantava la partecipazione a tre Olimpiadi e una medaglia di bronzo vinta ai Giochi di Roma del 1960 con il “quattro con” di cui facevano parte anche Fulvio Balatti, Romano Sgheiz, Franco Trincavelli e il timoniere Ivo Stefanoni, già oro quattro anni prima a Melbourne, in Australia, così come Trincavelli e Sgheiz.
Di Balatti e Trincavelli restava già da anni soltanto il ricordo, cui ora si aggiunge Giovanni Zucchi, morto oggi pomeriggio a Mandello all’età di 89 anni (avrebbe tagliato il traguardo dei 90 il prossimo mese di agosto).
Cinque volte campione europeo (nel 1954 ad Amsterdam, nel ’56 a Bled, nel ’57 a Duisburg, nel ’58 a Poznan e nel ’61 a Praga), era tra i vogatori più titolati nella storia del canottaggio, disciplina cui si era avvicinato nel 1949 sulla scia dei primi grandi successi internazionali della gloriosa società remiera mandellese. Chiuse la sua carriera agonistica con le Olimpiadi di Tokyo del ’64, dove raggiunse la finale.
Di lui nel volume E l’aquila continua a volare, pubblicato in occasione degli 80 anni della Canottieri Guzzi, si legge: “Era apprezzato dai tecnici e dai compagni di voga in quanto uno tra i più forti “centro barca” a livello internazionale per la sua notevole potenza muscolare. Di preferenza vogava nel “quattro senza”, pur se “quattro con” e “otto” furono passaggi felici della sua vincente carriera, che lo vide conquistare ben 15 titoli italiani”.
Si è detto del bronzo conquistato da Zucchi ai Giochi di Roma del ’60. In batteria l’armo della “Guzzi” si era imposto ad Australia, Romania e Finlandia, mentre in semifinale Balatti, Sgheiz, Trincavelli, Zucchi e Stefanoni avevano avuto ragione rispettivamente degli equipaggi di Australia, Ungheria e Austria. Il 3 settembre si disputò la finale e l’armo azzurro giunse terzo, preceduto da Germania e Francia ma davanti all’Unione Sovietica, all’Australia e all’Ungheria.
“Eravamo i favoriti - raccontò un giorno Ivo Stefanoni - però il campo di gara era davvero brutto. C’era uno strano ricircolo del vento e così noi facemmo la finale tutta contro, mentre tedeschi e francesi gareggiarono con il vento a favore”.
“Uno dei crucci di Giovanni Zucchi - riferisce sempre il libro dato alle stampe nel 2010 - fu la sorprendente battuta d’arresto ai Giochi olimpici di Melbourne del ’56 nel “quattro senza”, dopo la vittoria europea di pochi giorni prima”.
Tra i ricordi più belli di Zucchi vi era poi la vittoria agli Europei di Praga del ’61. “Battemmo la Germania di una manciata di secondi - era solito ricordare il canottiere mandellese - ma ho gioito ancora di più per la botta data alla Francia, che mi aveva tolto il bronzo a Melbourne e l’argento a Roma”.
Giovanni Zucchi lascia la moglie, Rosangela Maggioni, e i figli Tiziana e Franco, quest’ultimo a sua volta ex campione di canottaggio con un palmarès che comprende la partecipazione ai Giochi di Atlanta del ’96, dove l’“otto” azzurro di cui faceva parte concluse la sua avventura olimpica ai recuperi.
La cerimonia di premiazione dopo la vittoria agli Europei di Amsterdam del 1954 con il "quattro senza" della Guzzi. Da sinistra Moioli, Zucchi, Carri e Cantoni. |
Canottiere di grandi speranze e con già all’attivo eccellenti risultati conseguiti in campo nazionale e continentale a livello giovanile è anche un nipote di Zucchi, quel Davide Comini del quale nonno Giovanni andava fiero, argento lo scorso anno agli Europei Under 23 di Duisburg, bronzo agli Europei Junior del 2018 e vincitore di tre titoli italiani, oltre che di tre argenti e di altrettante medaglie di bronzo sempre ai campionati nazionali.
Insomma una famiglia che allo sport del remo ha dato e continua a dare del tu. Ma da oggi all’appello manca Giovanni, grande campione del canottaggio italiano e internazionale. E della “Guzzi”.
Foto di gruppo dopo la vittoriosa spedizione della Canottieri Moto Guzzi ai campionati italiani del 1953 a Castel Gandolfo. Giovanni Zucchi è il terzo in alto, da sinistra. |
Un'altra foto d'archivio con alcuni dei componenti dell'otto della Canottieri Guzzi tricolore a Castel Gandolfo nel '53. Giovanni Zucchi è il primo in basso a sinistra. |
Il Giovanon era un grande da ogni punto di vista, come atleta e come uomo. Da notare che i campionati d'Europa di allora erano dei veri e propri campionati del Mondo. Qualche volta ha gareggiato anche da "pari" per compensare una bordata debole. Capace di ogni sacrificio, generoso, poco loquace ma dotato di speciale ironia, rustico ma di grande nobiltà d'animo. Senza tanti discorsi egli è stato un fulgido esempio è un ottimo maestro di vita per molti. Ritmiche preci mirate per lui.
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