Il sacerdote originario di Abbadia Lariana, morto la sera di San Silvestro, aggiungeva: “La stanchezza, la delusione e lo sconforto fanno parte della vita. Ma preoccupiamoci di come stiamo vivendo oggi e se stiamo dando luce alla vita degli altri”
Don Alfredo Nicolardi nel 2017 ad Abbadia Lariana. |
(C.Bott.) “In questi mesi abbiamo pregato, sperato, desiderato fortemente che le cose cambiassero. Ci siamo persino illusi di poterci svegliare un giorno e accorgerci che era stato solo un incubo. E invece il tempo passa, arriva Natale, ma le cose non cambiano. E più la solitudine si prolunga, più rischiamo di lasciarci prendere dalla sfiducia, anche dalla sfiducia in Dio. Abbiamo creduto in una promessa, abbiano aspettato un suo intervento, un gesto, un segno. E invece ci ritroviamo profondamente delusi. La notte avanza e Dio non viene a salvarci. Siamo tutti stanchi e ormai ci capita anche di non credere più che ci possa essere una fine a questo dramma”.
Scriveva così, soltanto pochi giorni prima di Natale, don Alfredo Nicolardi, nel messaggio indirizzato alla sua comunità parrocchiale di Cadorago appunto in occasione delle festività.
Il sacerdote originario di Abbadia Lariana, dove era nato nel 1962, scomparso la sera del 31 dicembre al “Valduce” di Como dove era stato ricoverato un paio di settimane prima per i sintomi del Covid, così continuava la sua riflessione: “Forse però ci addormentiamo anche per non vedere la realtà. Ci addormentiamo perché è inevitabile: prima o poi siamo tutti rapiti dal sonno. Anche noi, oggi, come comunità ci stiamo addormentando, non abbiamo più la forza di lottare, non riusciamo più a vegliare, a tenere il cuore desto”.
Poi un riferimento alle pagine del Vangelo dell’Avvento, che “ci assicurano che la notte finisce” e che “a Natale nasce per noi il salvatore”.
“Chissà perché ha tardato! - scriveva sempre don Alfredo, che ad Abbadia aveva festeggiato nel 2017 il venticinquesimo di ordinazione sacerdotale - Forse voleva farci sperimentare la notte? Forse in questa attesa vien fuori qualcosa di noi? Certamente emerge la relazione che abbiamo avuto fino ad ora con lui: se lo abbiamo conosciuto veramente, come abbiamo potuto non avere fiducia in Lui?”.
E ancora: “Non meravigliamoci dunque se ci capita di addormentarci. La stanchezza, la delusione e lo sconforto fanno parte della vita. Preoccupiamoci piuttosto di come stiamo vivendo oggi, se cioè stiamo alimentando la nostra lampada con l’olio della carità, chiediamoci se stiamo dando luce alla vita degli altri. Nella storia ci sono stati tanti momenti bui, ma gli uomini e le donne che hanno avuto fede in quel Bambino nato a Betlemme hanno alimentato la speranza di tutti, soprattutto con la testimonianza di un amore concreto e fattivo”.
Quindi l’ultima riflessione: “Allora sono giunto a questa conclusione. Da questa prova usciremo sicuramente diversi e migliori se ci chiederemo cosa il Signore ha voluto dirci permettendo questa croce, se saremo disponibili a una vera conversione che si traduce anche nella riscoperta di essere tutti più fraterni e meno egoisti”.
I funerali di don Alfredo Nicolardi si terranno lunedì 4 gennaio alle ore 10.30 al santuario di Caslino al Piano. Questa sera alle 20.30 rosario nella chiesa parrocchiale di San Martino a Cadorago.
Nessun commento:
Posta un commento