La cantante e autrice mandellese: “Ho avuto il dono di averlo tra i miei insegnanti e mi è rimasta impressa la sua capacità di raccontarsi”
Una foto scattata nel 2009 a Frascati. Al centro, Stefano D'Orazio. Linda Spandri è la prima a sinistra. |
di Claudio Bottagisi
“L’anno in cui sono tornata al corso per compositori e autori, dopo due anni passati tra gli interpreti, ho avuto il dono di averlo tra i miei insegnanti. Mi è rimasta impressa la sua capacità di raccontarsi senza preoccuparsi delle proprie emozioni, la sua commozione nel raccontarci determinati episodi legati alle sue canzoni, su tutte 50 primavere, brano del ‘92 in cui lui narrava la storia d’amore dei suoi genitori, e Padre a vent’anni. Ricordo il sorriso con cui soltanto poche settimane dopo, nel retropalco dell’“Ariston” di Sanremo, ci ringraziò personalmente per aver fatto i cori sul brano che lui aveva cantato quella sera in occasione di “Jubilmusic”, il festival internazionale di Christian music, ambito musicale che intende promuovere i valori umani e che fa riferimento alla fede”.
Così Linda Spandri ricorda Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh scomparso ieri all’età di 72 anni, uno degli autori del brano Rinascerò, rinascerai dedicato alla “sua” Bergamo e al dramma dei tanti decessi che la scorsa primavera si erano accompagnati alla prima fase della pandemia di Covid-19.
Era il 2009 e la cantante, compositrice e musicoterapista di Mandello Lario era a Frascati per frequentare la Hope Music School, scuola per creativi musicali attiva dal 1998, dedicata a chi canta e scrive canzoni e tenuta da professionisti del settore.
“Frequentavo il terzo anno del corso per compositori e autori di musica leggera - dice - e quello stesso anno partecipai come corista al “Jubilmusic festival” all’“Ariston”, il prestigioso teatro di Sanremo. D’Orazio era ospite di quell’evento e oltre a portare una sua breve testimonianza cantò 50 primavere. Alla fine venne a ringraziarci, uno ad uno”.
Aggiunge un ricordo personale, Linda Spandri: “Io gli chiesi un autografo per mia madre, da sempre fan dei Pooh, e gli raccontai che quando era piccola lei mi cantava sempre una loro canzone. D’Orazio ipotizzò che potesse essere Linda e rimase perplesso quando gli rivelai che in realtà il brano era Pierre, che racconta la storia di un transessuale. Poi però si fece una risata e mi chiese: Ma fra tutte, proprio quella?”.
“Stefano - annota sempre la cantautrice mandellese - era una persona dalla quale trapelava grande fiducia e che dedicava tanto impegno ai giovani. Sapeva trasmettere la passione per ciò che faceva e non a caso durante le sue lezioni l’abbiamo visto ridere e commuoversi profondamente. Sì, lui mi ha trasmesso un messaggio importante e cioè che la musica “funziona” ed emoziona, se è vera e se è permeata di vita vissuta”.
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