Il presidente della Pro loco: “Avevi un cuore immenso”. E i ragazzi della scuola calcio: “Ci hai insegnato il valore dell’amicizia e dell’appartenere a una squadra e siamo sicuri che anche lassù troverai presto qualcuno da allenare”
di Claudio Bottagisi
Il cielo terso, le montagne illuminate dal sole e, sullo sfondo, il lago a fare da scenario impareggiabile. Tutto intorno i colori dell’autunno, quasi a voler “disegnare” un ideale quanto suggestivo quadro in un pomeriggio dai contorni tristi, il pomeriggio dell’ultimo saluto di Lierna a Christian Patriarca, morto sabato mattina all’età di 49 anni.
“Un cielo così non ci è donato per caso”, dice il parroco don Marco Malugani introducendo la sua omelìa e rivolgendosi proprio a Christian. “I tuoi monti sembrano stringerti in un abbraccio - aggiunge il sacerdote - e davanti ecco il tuo lago, dove oggi si riflette il dono della tua vita”.
Il feretro di Christian Patriarca, da molti anni attivamente impegnato nella Pro loco e nella scuola calcio del paese, è al centro del campo sportivo. Sopra la bara un mazzo di girasoli, poco distanti la croce e il cero pasquale. E poi l’altare.
Ai lati i labari del gruppo Alpini, del corpo musicale liernese e della “sua” Pro loco, una rappresentanza della squadra Antincendio e, vicini a una delle due porte, i ragazzi della scuola calcio con i loro allenatori.
“Eccomi, Signore, io vengo”, recita il ritornello del salmo responsoriale che segue la prima lettura e precede il Vangelo di Matteo.
“Siamo qui oggi - dice il celebrante - per capire chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. E siamo qui anche per non dimenticare tutto quello che ha fatto Christian, sapendo che ora ad attenderlo è l’eternità”. “Lui è al centro del nostro amore e di quello del Signore - aggiunge don Marco - e questo deve darci una grande speranza”.
Cita Dante e Dostoevskij, il parroco. E aggiunge: “A me piace immaginare che il Signore abbia chiesto a Christian quale sia per lui la cosa più bella della vita e che lui gli abbia risposto: “La cosa più bella è avermi donato Claudia”. No, non può avere avuto esitazioni nel ricordare l’amore della sua vita. E quell’amore continuerà oltre la morte, così come l’amore per la sua famiglia, la sua prima scuola di vita, quella che gli ha fatto capire che proprio l’amore vince sull’egoismo, sempre”.
Lei, Claudia, trova la forza di ricordare Christian dicendo che “esistono persone che portano gioia e ispirano fiducia, persone che ci sono sempre e che sanno compiere gesti d’amore, persone pure di cuore e senza ombra di malizia nei loro occhi, persone che dovrebbero essere con noi per sempre”. “Lui era così”, dice.
Parla anche Patrick Rubini. “Vivo a Lierna da vent’anni - dice il presidente della Pro loco - e da vent’anni conosco Christian. E’ stato uno dei miei primi amici e poi con lui ho condiviso 15 anni di feste e di sagre, di levatacce e di passeggiate lungo il Viandante. Già, quante persone ha accompagnato su quel sentiero! Abbiamo anche discusso e qualche volta litigato, ma il giorno dopo lui era il primo a presentarsi perché aveva un cuore immenso e ora lascia un vuoto enorme”.
Anche Lucia, la sorella di Christian, va al microfono. Indossa la maglietta con il nome del fratello in bella evidenza e gli legge una lettera: “Come faremo adesso ad andare avanti senza di te? Sei stato un fratellone eccezionale e ora devi proteggere me e tutti noi”.
E’ poi il turno di Mattia, uno dei ragazzi della scuola calcio. Legge uno scritto anche per conto di Ale, Tommy, Paolo, Marco, Fabio, Sean, Saimon, Leo, Pietro, Alessandro, Ledion e di tutti i ragazzi che Christian ha allenato e aiutato a crescere in questi anni. E a nome di Marino, “Berna”, Moreno, Romaniello e Luca, gli altri allenatori della squadra.
“Ti porteremo sempre nei nostri cuori - dice - Ti abbiamo conosciuto da bambini e fino a ieri eri con noi… Non scorderemo mai le tue sgridate dopo le partite perse, le risate fatte insieme e le tue parole di conforto quando sbagliavamo una parata, un rigore o un passaggio. Ti ricorderemo a ogni allenamento, a ogni gol, a ogni vittoria e anche a ogni sconfitta”.
E ancora: “Tu ci hai insegnato il valore dell’amicizia e dell’appartenere a una squadra e siamo sicuri che da lassù ci guarderai e ci proteggerai e che presto troverai qualcuno da allenare”.
“Eri una bella persona - aggiunge Luca, uno degli allenatori - e avevi scelto di dedicare agli altri un bel po’ del tuo tempo prezioso”.
Prima della fine della cerimonia sono proprio i ragazzi della scuola calcio a raggiungere, su invito del parroco, il centro del campo e a schierarsi a cerchio intorno alla bara di Christian. Con loro i chierichetti, che intonano il canto Al cader della giornata: “Quante stelle, quante stelle, dimmi tu la mia qual è. Non ambisco alla più bella, basta sia vicina a te”.
Un ultimo, lungo applauso e il feretro con le spoglie di Christian Patriarca viene portato a spalla fuori dal campo sportivo. Il sole è già calato dietro la montagna, su Lierna si allungano le prime ombre della sera.
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