Il gruppo consiliare “Insieme per Dervio” torna a far sentire la propria voce sulla tematica dei forni crematori e quella che segue è la nuova presa di posizione dello schieramento di minoranza.
Visto che da oltre un mese abbiamo chiesto informazioni sull’argomento forni crematori senza ricevere risposte, abbiamo presentato un’interrogazione urgente nel consiglio comunale di sabato 28 novembre con richieste molto precise, sollecitate anche da tanti derviesi.
Le dichiarazioni del sindaco, Stefano Cassinelli, sulla proposta di realizzare a Dervio forni crematori ci hanno ulteriormente sconcertato. Dopo aver preso atto dei commenti negativi di gran parte dei derviesi, il sindaco ha diffuso video (anche sui canali istituzionali, approfittando della sua posizione) ed è intervenuto sulla stampa con affermazioni che non corrispondono a quanto riportano i documenti conservati in municipio, di cui la popolazione è stata tenuta all’oscuro fino all’intervento del gruppo consiliare di minoranza.
Il sindaco afferma che gli sia giunta “solo una lettera in cui un soggetto economico si dice interessato alla realizzazione di un forno crematorio a Dervio”. In realtà Cassinelli il 23 settembre, soli 8 giorni dopo aver ricevuto una relazione relativa a non meno di due forni, aveva risposto di aver esaminato in modo approfondito la relazione tecnica sulla proposta preliminare di nuovi forni crematori a Dervio, da realizzarsi con partenariato pubblico-privato, di condividere i contenuti tecnico-economici riportati nella proposta stessa e di rimanere a disposizione per definire congiuntamente la procedura da mettere in atto. Ci sembra proprio la risposta di chi abbia già deciso cosa fare e debba soltanto concordare le modalità per portare avanti la propria volontà.
Appare poi inusuale che la relazione che propone i forni crematori riporti in copertina il logo del Comune, un dettaglio che fa ulteriormente pensare a un accordo in corso da tempo, ipotesi avvalorata anche dal fatto che la proposta contiene foto e cartine che riportano date risalenti già al maggio scorso.
Il 21 ottobre, il giorno stesso in cui abbiamo sollevato questo problema informando tutti i derviesi, che erano stati tenuti fino ad allora all’oscuro, dal Comune è addirittura partito un sollecito verso le società proponenti per richiedere con urgenza l’invio del progetto. Le società proponenti hanno comunicato di essere pronti a consegnare a Comune e Regione la proposta progettuale e il Comune ha già risposto di voler promuovere tale proposta in tempi stretti.
Ma perché tutta questa fretta? Forse perché la Regione ha deliberato il termine del 31 dicembre per inviare le domande da parte dei Comuni interessati a ospitare impianti di cremazione e per essere inseriti in questa “graduatoria” conterà anche l’ubicazione all’interno del perimetro cimiteriale, che negli approfondimenti relativi al progetto è stata quindi ulteriormente confermata.
Si è generata così una sorta di gara tra i comuni che vorrebbero ospitare tali strutture, fonte di un lucroso business, e il Comune di Dervio, che a differenza di quanto viene detto ai derviesi è intenzionato a ospitare almeno un paio di forni, non vuole perdere questa occasione e deve inviare la propria proposta entro il 31 dicembre, portando ai derviesi un inusuale “regalo” sotto l’albero di Natale.
Ma dalla lettura della delibera regionale si scoprono altre cose interessanti: nel 2019 il 94% delle persone decedute in provincia di Lecco è stata cremata nei vicini impianti di Albosaggia (in grandissima parte) e Bergamo e soltanto il 6% altrove: anche questo contraddice clamorosamente le parole della Giunta, che intendeva strumentalizzare anche la sfera affettiva affermando che i defunti da cremare verrebbero “sballottati in giro per mezza Lombardia”.
Non è vero nemmeno questo. D’altra parte ad Albosaggia (impianto che la Giunta derviese considera un esempio da imitare), le cremazioni nel 2019 sono state ben 7.966 (22 al giorno), numeri che dovrebbe far riflettere i derviesi. Ed è la Regione stessa a elencare i molti tipi di inquinanti che tali impianti immettono nell’atmosfera, e i relativi valori limite, raccomandando “per ragioni ambientali” di limitare la cremazione di bare verniciate a cui dovrebbero essere preferite quelle in cellulosa o materiale biodegradabile, lasciando quindi intendere che non si tratti di un’attività propriamente salutare.
Ma un’ultima considerazione la vogliamo riservare a chi sta collaborando con la Giunta per consegnare la proposta dei forni crematori in Regione: si tratta di una società immobiliare di Milano che risulta esercitare attività di locazione e di un marmista di Sondrio, la cui presenza è forse spiegata con il fatto che gli impianti crematori vendano ogni anno migliaia di urne cinerarie, realizzate per lo più in marmo.
Pensiamo che questa vicenda si commenti da sola: a differenza di quanto si sforzi di far credere la propaganda del sindaco, il progetto dei forni crematori è già ben avviato con l’obiettivo di presentarlo in Regione entro la fine dell’anno. Insieme a centinaia di derviesi, che hanno già manifestato il proprio dissenso sull’argomento, chiediamo alla Giunta di rinunciare a questa nefasta prospettiva, esprimendo il nostro biasimo per aver tenuto finora all’oscuro i derviesi sull’argomento, mentre è evidente che la vicenda abbia ora ricevuto anche una certa accelerazione.
Per quanto nelle nostre competenze ci impegneremo su tutti i fronti per impedire che la volontà di pochi porti alla realizzazione di forni crematori nel centro di Dervio.
Gruppo consiliare “Insieme per Dervio”
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