Alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne il “Fondo Carla Zanetti” di Lecco invia la nota che seguito pubblichiamo:
Sarà una ricorrenza, quella del 25 novembre, quest’anno all’insegna del confinamento e per questo occorre far sentire la voce anche per tutte quelle donne che in questi mesi hanno pagato con la vita e subìto violenza tra le mura domestiche e non solo.
Sono 59 le donne uccise nel primo semestre del 2020 e i dati di diverse associazioni concordano che i femminicidi sono in aumento.
Secondo il report del Servizio analisi criminale interforze del ministero dell’Interno la violenza di genere è aumentata durante il periodo del lockdown. La convivenza forzata, rapporti difficili in famiglia e le donne in via di separazione continuano a pagare con la vita.
Il Comitato del Consiglio d’Europa, pur avendo espresso soddisfazione per gli sforzi fatti dall’Italia con la legge 69/2019 - Codice rosso che rafforza il quadro giuridico, nello stesso tempo ha definito allarmanti i tempi di risposta dei Tribunali alle denunce, sul numero di procedimenti penali avviati, sulle assoluzioni e sull’eccessivo numero delle archiviazioni.
L’Italia è stata anche sollecitata a fare di più per la prevenzione della violenza e per garantire la presenza dei Centri antiviolenza e delle risorse a loro disposizione.
Troppi sono i ritardi! Proprio su questo con i Telefoni donna Lecco e Merate abbiamo sollecitato il Comune di Lecco capofila della Rete antiviolenza, nella persona del nuovo assessore alle Pari opportunità Renata Zuffi, affinché intervenga con forza sulla Regione Lombardia che non ha ancora erogato ai Comuni capofila (tra questi appunto il Comune di Lecco) le risorse per casa e lavoro a favore delle donne vittime di violenza, a disposizione da tempo.
Infatti fin dall’ aprile 2019 la Giunta regionale ha approvato le linee guida per servizi e azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, assicurando una copertura di 4.431.789 euro su tutta la regione, ma tuttora fermi. Ritardi inaccettabili!
Dovrebbe essere chiaro a tutti, e forse ancora non lo è, cosa significa interrompere gli aiuti a questa fascia di persone così vulnerabile, aggravata anche dal lungo lockdown.
Come “Fondo Zanetti” abbiamo aiutato in passato, a partire dal 2013, molte donne per l’inserimento al lavoro e continueremo a farlo, ma soltanto attraverso interventi strutturali da parte di Regione e Governo nazionale è possibile dare continuità e la sicurezza necessaria alle tante donne vittime di violenza e ai loro figli.
Diversamente è chiaro che la violenza che subiscono è doppia e dalle istituzioni ciò non è accettabile.
Lucia Codurelli, presidente “Fondo Carla Zanetti”
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