28 novembre 2020

Dervio. Il sindaco Cassinelli: “Sulla gestione dei dipendenti Vassena dice altre bugie”


 

Stefano Cassinelli, sindaco di Dervio, ci invia la nota che di seguito pubblichiamo:

Davide Vassena non può venire in consiglio comunale portando dati non veritieri e dicendo falsità sui rapporti con i dipendenti. La questione è emersa dopo che la consigliera Anna Pandiani ha presentato un’interrogazione relativa alla situazione del personale.

L’ex sindaco si è spinto ad affermare, come risulta da verbale, che “durante la mia Amministrazione nessuno ha chiesto di andare via e non è stato accontentato, anche perché a chiedere di andar via, che io mi ricordi, è stato solo un dipendente che si è trasferito come residenza e quindi aveva un ottimo motivo per farlo”.

Di fatto dall’interrogazione della consigliera si è proceduto a verificare le domande a protocollo ed è risultato che le affermazioni dell’ex sindaco in consiglio comunale non corrispondono al vero. Infatti, a fronte di una sola domanda di mobilità  asserita da Vassena, agli atti ne risultano ben 15 presentate da 10 dipendenti diversi. A cinque domande l’ex sindaco non ha avuto nemmeno la cortesia di rispondere.

Alla richiesta dell’ex responsabile dell’area tecnica, Maria Grazia De Giorgio, l’ex sindaco non ha risposto per ben tre volte e non ha risposto nemmeno a quattro lettere ufficiali inviate via Pec dalla Comunità montana Valtellina che chiedeva il nullaosta alla mobilità, tanto che il 30 giugno 2017 il presidente della stessa Comunità  montana, Borromini, scriveva a Vassena dicendo che non aveva risposto a una serie di solleciti e che “questo ritardo, oltre a ledere l’interesse legittimo della dipendente che ha agito in conformità delle norme, sta producendo un grave disagio a questo ente che da oltre sei mesi ha concluso l’iter”.

Il presidente della Comunità montana richiamava formalmente l’Amministrazione Vassena affermando: “I princìpi regolatori generali dell’azione amministrativa e quindi i canoni di legalità, buon andamento, correttezza, giustizia e equità sostanziale appaiono macroscopicamente violati”.

Vassena viene poi fatto oggetto, con quattro lettere di uno studio legale, di una diffida formale a censura del comportamento e viene minacciata una causa per mobbing imputando la mancata concessione di mobilità a “ragioni di carattere punitivo e ritorsivo”.

Ora ci chiediamo come l’ex sindaco, sostenuto dalla minoranza, abbia il coraggio di venire in consiglio comunale a dire falsità, ovvero che a lui nessuno aveva chiesto mobilità. Ha addirittura esasperato i dipendenti comunali fino a spingerli a minacciare causa per mobbing e questo comportamento non fa certo onore a un amministratore.

Stefano Cassinelli

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