Domenica 4 ottobre, intanto, all’ex sindaco della “perla del Centrolago” verrà intitolata la passerella a lago inaugurata nel 1983
Giorgio Monico in una foto che lo ritrae con il premio Nobel per la fisica, Carlo Rubbia.
di Claudio Redaelli
Domenica prossima a Varenna si terrà la cerimonia di intitolazione a Giorgio Monico della passerella a lago. Sindaco della “perla del Centrolago” per oltre quattro lustri, dal 1972 al 1993, Monico fu il promotore di quella stessa passeggiata, inaugurata il 27 febbraio 1983.
Nato a Varenna nel 1924 e scomparso a Milano nel 2012, laureatosi in architettura presso il Politecnico di Milano, Monico svolse nel capoluogo lombardo - fin dal 1951 - la sua intensa attività professionale. Legatissimo al suo paese natale, dove tornava spesso nei momenti di libertà, rafforzò a partire dagli anni Settanta il suo legame con la comunità varennese, fino ad assumerne come detto la guida amministrativa.
Fu proprio durante il suo mandato di sindaco, nel 1976, che concepì l’idea della “passerella degli studiosi”, che potesse collegare il nucleo storico del borgo con Olivedo. Un progetto dal percorso tortuoso ma affascinante, che avrebbe dovuto superare complesse questioni tecniche, amministrative e economiche, ma che sarebbe giunto a compimento come detto nel 1983.
Al nome e alla spiccata personalità di Giorgio Monico si lega anche la storia di Villa Cipressi. Chi scrive conobbe quell’ingegnoso architetto già negli anni Settanta ed ebbe modo di occuparsi ripetutamente del destino di quella prestigiosa struttura, raccontando in particolare sulle pagine dell’Unità il cammino di quell’autentico “gioiello” della “perla del Centrolago”.
Nel 1980, dunque esattamente quarant’anni fa, a suscitare in un certo qual modo scalpore fu la notizia che i cittadini di Varenna avevano deciso di autotassarsi per acquistare proprio Villa Cipressi. E in un servizio apparso sulle pagine nazionali del quotidiano in data 13 settembre veniva ricordato che soltanto un anno prima era stato lanciato un grido d’allarme per salvarla.
“I proprietari della villa - scrissi in quell’occasione - decisero di mettere in vendita l’edificio e l’annesso parco al miglior offerente. Il pericolo fu subito chiaro. Un gruppo tedesco sembrava intenzionato ad acquistare lo stabile per farne chissà cosa, insensibile a quelle che erano le esigenze della località lacuale”.
Ecco allora che l’architetto Monico si fece paladino di un’iniziativa a dir poco coraggiosa. La proposta, che prendeva slancio da un programma di razionalizzazione e ristrutturazione di tutto l’ambiente a scopi sociali ed economici, fu quella dell’autotassazione per acquistare la villa e offrirla alla comunità. Ai cittadini, agli enti pubblici, a coloro che si sentivano sensibili alla salvaguardia del patrimonio artistico locale si chiedeva l’acquisto di un’azione che potesse permettere il raggiungimento della quota di oltre mezzo miliardo necessaria per accaparrarsi la villa.
Da ogni parte, dagli enti locali (Provincia di Como, Comunità montana, Comuni) e da ogni gruppo sociale scattò una specie di corsa e nel gennaio dell’80 fu versata la prima rata di 100 milioni. La caparra per la villa era depositata ed entro luglio sarebbe stato definitivamente estinto il debito.
Nel servizio giornalistico cui si è fatto cenno veniva altresì spiegato che il progetto proponeva di ristrutturare villa Cipressi, ottenendo un centinaio di posti letto in più, alloggi per la gestione, negozi, un ristorante e 600 metri quadrati di saloni per ritrovi post-congressuali.
“Il parco della villa - si leggeva in quello stesso servizio - per la sua posizione permette il collegamento tra villa Monastero e il centro di Varenna attraverso una serie di stradine, passaggi, vicoli, pergolati completamente al di fuori del traffico urbano. Insomma una passeggiata caratteristica che potrebbe condurre sino alla futura zona balneare di Fiumelatte, prevista anche dal piano di fabbricazione”.
Progetti ambiziosi, dunque. Ma soprattutto la chiara dimostrazione, proprio con l’esempio dato da Varenna, di quanto l’impegno di tutta la collettività, senza esclusioni discriminanti, possa far fronte a qualsiasi tentativo speculativo. E una lezione non soltanto per altri centri della Lombardia ma anche per l’intera nazione. Con in cattedra un valente professionista e un lungimirante pubblico amministratore, l’architetto Giorgio Monico.
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