(C.Bott.) L’olio di Perledo è ormai da anni un’eccellenza e un simbolo dell’agricoltura lariana e non a caso alcune aziende olivicole sono state premiate e hanno ottenuto significativi riconoscimenti. Se però di questo comparto agricolo, con riferimento appunto a questa specifica zona del territorio lecchese, accade di occuparsi, quantomeno a cadenza periodica, decisamente meno si parla del vino perledese e delle due aziende che producono vino rosso Igt (sigla che sta per Indicazione geografica tipica) delle terre lariane con uve Merlot, vitigno da cui nascono alcuni tra i vini più prestigiosi.
Si sta parlando delle aziende agricole Caravino e Fabio Festorazzi, che producono rispettivamente il Grifus (dallo scorso anno) e il San Martino (dal 2016). 13° alcolici la gradazione.
Per il 2020 è prevista la produzione di un migliaio di bottiglie da parte di ciascuna delle due aziende perledesi.
Va detto che a Perledo la viticoltura si era sviluppata già a partire dagli anni Settanta. Poi però le viti erano state pressoché completamente abbandonate e ora fortunatamente vi sono incoraggianti segnali di ripresa. Lo scorso anno, del resto, il Consorzio della patata bianca di Esino Lario, associazione che si propone di salvaguardare e diffondere le tradizioni e la cultura rurale della Val d’Esino, aveva organizzato un corso di viticoltura con una serie di lezioni teoriche e pratiche e con una quarantina di partecipanti provenienti dal territorio della Comunità montana.
Perledo, insomma, non è soltanto sinonimo di olio di qualità. Ora a voler dire la sua e a candidarsi a recitare un ruolo di prim’ordine nel contesto agricolo locale è anche il vino.
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