16 ottobre 2020

Mandello. Rosario meditato con padre Paolo Ballan, missionario del Pime in Bangladesh

L’appuntamento, proposto in occasione della Giornata missionaria mondiale 2020, è per le ore 20.45 al “Sacro Cuore”


 

(C.Bott.) Rosario meditato, questa sera alle 20.45 al “Sacro Cuore” a Mandello. A guidarlo sarà padre Paolo Ballan, missionario del Pime in Bangladesh. “Eccomi, manda me” il filo conduttore della serata, proposta dal Vicariato di Mandello in occasione della Giornata missionaria mondiale 2020.

Padre Paolo Ballan è in Bangladesh dal 2005. Nella sua parrocchia operano un centro di accoglienza per i poveri e una scuola elementare. Sono luoghi di incontro e dialogo con la popolazione a maggioranza islamica, ma anche “una scuola di preghiera e di amore per i parrocchiani”.

Di lui Jamila Begum, donna musulmana, ebbe a dire tempo fa: “Nessuno ci veniva in aiuto. Lui invece ha soccorso il mio bambino e non ha voluto nulla in cambio. Per me è davvero un padre”. Jamila aveva conosciuto padre Paolo grazie a un altro sacerdote del Pontificio istituto missioni estere che aveva incontrato quella donna nel suo villaggio e l’aveva mandata a Dhaka certo che il suo confratello potesse aiutarla. Noyan, il figlio 12enne di Jamila, era malato e padre Ballan lo aveva accolto e curato.

Storie simili a quella di Jamila e di Noyan il missionario potrebbe raccontarne tante, da quando è arrivato nella parrocchia dedicata a Maria Regina degli Apostoli. La chiesa è stata costruita nel 1994 nel quartiere di Mirpur, una delle zone più popolate della capitale. E’ immersa in una realtà musulmana la cui presenza è segnalata dai minareti delle moschee che sovrastano la chiesa.

Il rapporto con il mondo islamico è all’ordine del giorno per i missionari del Pime in un Paese come il Bangladesh dove oltre l’85% dei 140 milioni di abitanti si professa musulmano.

Padre Ballan aveva raccontato ad AsiaNews che ogni gesto e ogni opera sono occasioni di incontro. A partire dal centro di accoglienza per i poveri aperto sul retro della chiesa, dove “arrivano poveri da tutto il Paese mandati dai sacerdoti del Pime e da altri religiosi”. Nel centro ricevono gratuitamente assistenza sanitaria e cibo.



Bonkim Munda, giovane indigeno giunto a Dhaka, aveva parlato di padre Ballan come di un “angelo di Dio” che lo ha salvato da un destino di abbandono. Ma il sacerdote aveva spiegato che il centro non è soltanto un’occasione per aiutare i poveri. “E’ anche una scuola di preghiera e di amore per i parrocchiani”, aveva sottolineato. Sono soprattutto i ragazzi a coinvolgersi come volontari nell’attività caritativa del centro.

E sempre padre Ballan aveva sottolineato che “sono stati i più giovani a organizzare le donazioni di sangue che hanno poi coinvolto altri parrocchiani. Tutti hanno risposto all’invito ed è stata l’occasione per esprimere il proprio amore verso i vicini, senza distinzione di religione tra cristiani e musulmani”.

Il missionario del Pime che sarà questa sera a Mandello aveva altresì raccontato che “talvolta le persone da noi assistite si presentano da sole alla messa della domenica per pregare per la loro guarigione”.

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