Estate 2016, don Vittorio Bianchi e don Luigi Prandi nel giardino della casa parrocchiale di Abbadia Lariana.
Un ricordo sincero, una serie di riflessioni dettate dall’amicizia che legava tra loro i due sacerdoti. Un ricordo personale e affettuoso. E’ quello che don Vittorio Bianchi, mandellese d’origine, fino all’estate 2019 parroco ad Abbadia Lariana e ora a Visgnola di Bellagio, indirizza a don Luigi Prandi, morto l’altra notte nella sua casa di Maggiana.
E’ in nome dell’amicizia che mi lega a don Luigi che mi accingo a stendere un suo ricordo. Lo faccio di getto, ben sapendo la sua connaturale ritrosia a manifestare pubblicamente le sue peculiarità.
Don Luigi l’ho conosciuto da ragazzo, poi l’ho rivisto quando - da suddiacono - ha partecipato alla cerimonia della mia prima messa nella parrocchia del Sacro Cuore a Mandello Lario.
Le nostre strade hanno avuto percorsi differenti. Non ci siamo più rivisti, frequentati. Lo ritrovai nel dicembre 2010 quando divenni parroco di Abbadia Lariana e da qui incominciò un rapporto stretto, prima di servizio poi di amicizia.
Quando gli impegni pastorali diventavano molteplici e urgenti mi tornava naturale ricorrere a lui, anche all’ultimo momento. Trovavo sempre pazienza e soprattutto prontezza nella risposta.
Mi aiutava nelle celebrazioni della santa messa ai Piani Resinelli, nello svolgimento delle confessioni rivolte ai ragazzi e agli adulti.
Sapevo delle sue onorificenze ottenute per varie e grosse liberalità al Santuario di Lourdes e più volte ai bisogni della diocesi.
Con difficoltà riuscii nel 2016, nell’anniversario del suo 50° di ordinazione sacerdotale, ad averlo per i dovuti festeggiamenti in parrocchia ad Abbadia, rivestito dei panni rossi di monsignore.
Qualche volta nel Vicariato noi preti ci divertivamo a prenderlo in giro per tali riconoscimenti! Era soprattutto contento di essere prete. Si dedicava costantemente alla lettura biblica e patristica. Si preparava puntualmente quando ci dettava la meditazione, sempre scritta, nei nostri incontri mensili e di frequente si recava per la loro formazione presso le monache Romite a Perego.
Rivestito dalla sua veste talare, si ricava nelle varie parrocchie per la celebrazione della messa e per le confessioni.
Le celebrazioni dovevano durare quanto dovevano! Le critiche al riguardo non lo facevano nel modo più assoluto demordere. Sapeva quanto l’uomo ha bisogno della misericordia del Signore e della solidarietà umana.
Poi il disagio grave delle malattie e, con esso, la sofferenza grande per il distacco dall’amata parrocchia di Vassena, retta per ben 42 anni.
Quante visite mediche e ricoveri in ospedali, quanti ricordi dell’attività parrocchiale e dell’incontro con i giovani delle scuole per l’insegnamento della religione a Lecco!
Subì con fatica ma serenamente questo brusco arresto e l’isolamento forzato tra le pareti domestiche nella casa paterna a Maggiana, frazione di Mandello.
Ultimamente sembrava aver superato i disagi della malattia. Si sperava un ritorno alla vita normale. Il periodo di difficoltà stava per essere superato. Don Luigi stava riprendendo forza e rinnovata serenità. Poi la dolorosa e inaspettata notizia: don Luigi è stato trovato morto!
Ora ci rimane il riconoscente ricordo della sua fede e del suo impegno. La preghiera sia di conforto e di vicinanza. L’augurio che dal Cielo ci assista e ci ottenga la costanza nella fedeltà a Dio e agli uomini.
Don Vittorio
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