L’addio di Mandello a monsignor Prandi, che fu per oltre quattro decenni parroco a Vassena di Oliveto Lario
di Claudio Bottagisi
La bara posata a terra. Sopra, soltanto il camice e la stola, simboli del sacerdozio. Ai lati, i gonfaloni dei Comuni di Mandello e Oliveto Lario e il labaro del Soccorso degli alpini. All’altare il vicario generale della diocesi di Como, monsignor Ivan Salvadori, il vicario episcopale per la Zona pastorale III di Lecco monsignor Maurizio Rolla e don Vittorio Bianchi, fino allo scorso anno parroco di Abbadia Lariana. Con loro, numerosi altri sacerdoti.
Mandello ha tributato oggi pomeriggio l’ultimo saluto a monsignor Luigi Prandi, morto all’età di 79 anni, per oltre quattro decenni alla guida della comunità parrocchiale di Vassena e in precedenza vicario a Mandello San Lorenzo.
“Don Luigi ha celebrato la Pasqua di Cristo e ora la fede sostenga la nostra speranza nella risurrezione”, ha premesso monsignor Salvadori introducendo il rito funebre nella chiesa parrocchiale del “Sacro Cuore”.
All’omelìa il vicario generale ha quindi rivolto un primo pensiero ai parrocchiani di don Luigi, alle romite dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus di Perego e al Capitolo della Cattedrale di Como, per poi sottolineare come l’Eucaristia sia “la chiave che apre le porte del Cielo e l’antidoto per vivere in eterno”.
“Ci accostiamo a Dio con umiltà - ha detto il celebrante - implorando che il nostro caro don Luigi entri nella luce che non conosce tramonto”.
In riferimento alla figura del sacerdote e all’interpretazione che ne dava don Luigi, monsignor Salvadori ha affermato che “occorre focalizzare la nostra identità presbiterale e avere un tocco di classe spirituale che ci renda subito riconoscibili”, con l’auspicio che “il vero prete sappia manifestare agli uomini, con autorità ma al tempo stesso con mitezza, il nome di Dio”.
Monsignor Ivan Salvadori durante la sua omelìa. |
Rifacendosi alla personalità di don Prandi il vicario generale ha specificato che “aveva un animo buono e generoso” e che “sapeva scavare nel profondo del cuore”, nella consapevolezza che la vita terrena conosce inevitabilmente fragilità e cedimenti.
Ha poi fatto riferimento agli anni difficili della malattia e alla “reclusione forzata” nella casa paterna a Maggiana di Mandello, prima di invocare per lui l’intercessione della Vergine Addolorata, alla quale don Luigi era particolarmente devoto. “Sia lei - ha concluso - la sua compagna di viaggio verso il Cielo”.
Al termine del rito è stato don Ambrogio Balatti a ripercorrere le tappe della vita di monsignor Luigi Prandi. Il sacerdote di origini mandellesi, già rettore del Seminario maggiore di Como e dal 1994 al 2016 arciprete a Chiavenna, ha evidenziato tre aspetti della personalità di don Luigi: il suo amore incondizionato per il mondo religioso ambrosiano, la sua visione sacrale e mistica della fede, legata anche alle forme della tradizione, e la sua competenza di geometra applicata alla vita pastorale. “Era un prete molto convinto - ha concluso - e ora lascia un profondo vuoto in tutti noi”.
Dopo il rito, la salma di monsignor Luigi Prandi è stata tumulata nel cimitero di Crebbio.
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