04 settembre 2020

Cantare in lingua inglese? La Project rock school propone un corso innovativo

A tenerlo sarà Kate Mitchell, integrata nel corpo docenti della scuola comunale di musica

Kate Mitchell

 

Vi è un forte legame tra la lingua inglese e la musica. Un italiano che vuol cantare una canzone in inglese deve sapere due cose: la prima, saper pronunciare correttamente le parole, la seconda capire il testo così da interpretare al meglio il senso del brano.

La lingua inlgese si presta maggiormente alla scrittura di taluni pezzi per la sua struttura grammaticale, più semplice rispetto all’italiano, e dà modo di pronunciare le parole con più fluidità e naturalezza nel cantato. Offre altresì più flessibilità, caratteristica interessante per la maggior parte dei cantanti, dei musicisti e dei cantautori.

Parte da queste premesse il nuovo corso proposto dalla Project rock school, che da anni punta a offrire sempre nuovi mezzi ai propri allievi per dar loro modo di ampliare le conoscenze nell’ambito culturale e appunto musicale.

Grazie alla collaborazione con Kate Mitchell, integrata nel corpo docenti della Prs, verrà infatti attivato un corso di inglese rivolto a tutti coloro i quali vogliono imparare la lingua, o ampliarne la conoscenza.

“Kate ha sempre seguito con passione i concerti dei nostri allievi - spiega Stefano Marzocchi, responsabile della Project - ed essendo di madrelingua mi ha fatto a volte vnotare la carenza e la scarsa conoscenza dell’inglese da parte dei nostri ragazzi. Il motivo è spesso rappresentato dalla mancanza dell’esatta comprensione dei testi e, di conseguenza, dall’inesatta interpretazione”.

“E’ inoltre fondamentale - aggiunge - l’esatta dizione della terminologia della lingua inglese parlata. Quindi, di comune accordo, abbiamo pensato di proporre un nuovo corso musicale che possa aiutare i ragazzi e gli adulti a sviluppare e migliorare la propria conoscenza di base della lingua inglese. Questo tipo di corso è sicuramente complementare alla scuola ministeriale, ma darà modo di meglio comprendere un testo scritto e di interpretarlo in modo corretto. Inoltre chi lo frequenterà potrà migliorare e potenziare la propria conoscenza della lingua inglese parlata, perfezionando la dizione”.

Kate Mitchell, origini inglesi, ha scelto di vivere in Italia 23 anni fa. Nel 1996 ha conseguito la qualifica per insegnare inglese come lingua straniera all’Hammersmith&West London college, in Gran Bretagna. Nello stesso anno ha iniziato a lavorare come insegnante alla “British school” in via Montenapoleone, nel cuore di Milano, e nel 2000 è divenuta libera professionista con un suo portfolio di clienti.

Da 20 anni insegna inglese in varie aziende del capoluogo lombardo e progetta corsi di business english ad hoc per clienti quali Estée Lauder, Monte Paschi di Siena e Milan fashion school.

“Per me - spiega - l’aspetto più bello del lavoro di insegnante è vedere le persone acquisire sicurezza e scioltezza nel parlare e ciò mi gratifica moltissimo. Saper parlare una seconda lingua dà una marcia in più nella vita e io sono felice di accompagnare i miei clienti nel loro percorso”.

“Posso poi dire che la musica fa parte del mio bagaglio culturale - aggiunge - avendo passato la mia adolescenza acquistando dischi e andando ai concerti. Registravo i programmi dalla radio sulle musicassette, per poi riascoltarli mille volte. E, ovviamente, cercavo di imparare i testi”.


 

Ma perché l’inglese è la lingua principale della musica? Oggigiorno l’inglese è la terza lingua più parlata al mondo. Dal campo del lavoro a quello della moda, dall’educazione alla sanità, fino a toccare anche quello della musica. Basta scorrere le principali classifiche mondiali per rendersi conto che la quasi totalità dei pezzi è in lingua inglese e, dando un’occhiata pure alle hit nazionali, si trova sempre l’influenza anglofona.

E’ altrettanto vero che negli ultimi tempi vi è stata una ripresa della musica italiana, con i cantautori (soprattutto quelli emergenti) che hanno privilegiato l’utilizzo della nostra lingua, soprattutto per il trap (sottogenere musicale del rap) e l’Itpop.

Sebbene sia importante salvaguardare la musica in italiano, resta il fatto che l'inglese si presta maggiormente alla scrittura dei pezzi. Il motivo principale risiede nella sua struttura grammaticale, più semplice rispetto all’italiano, e nella presenza di parole brevi che permettono di accorparsi meglio al ritmo e alla melodia della canzone.

Le rime sono un elemento fondamentale nella scrittura: anche da questo punto di vista l’inglese facilita enormemente il lavoro, offrendo numerose assonanze.

Per quanto riguarda invece contenuto e significato, le parole in linea generale sono più corte ed è possibile esprimere concetti personali anche complessi con una maggior semplicità.

Nessun commento:

Posta un commento