Domani, domenica 23 agosto, festa alla chiesa della Beata Vergine Maria Addolorata all’Alpe Campelli. Alle 10 verrà celebrata la messa, seguita dal tradizionale incanto dei canestri.
Sul numero odierno della Brezza , il notiziario della comunità pastorale di Abbadia Lariana, il parroco don Fabio Molteni scrive: “La memoria dell’Addolorata nella liturgia cattolica richiama i fedeli a meditare il momento decisivo della storia della salvezza e a venerare la madre associata alla passione del figlio e vicina a lui innalzato sulla croce. Questa ricorrenza di origine devozionale fu introdotta nel calendario romano da papa Pio VII nel 1814. Il nome Addolorata, in latino Mater dolorosa, ebbe larga diffusione. C’è la tendenza a sostituirlo con il suo derivato spagnolo Dolores.
La devozione alla Madonna Addolorata, che trae origine dai passi del Vangelo dove si parla della presenza di Maria sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi. Il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius di ignoto (erroneamente attribuito a San Bernardo) costituisce l’inizio di una letteratura che porta alla composizione in varie lingue del “Pianto della Vergine”.
Testimonianza di questa devozione è il popolarissimo Stabat mater in latino, attribuito a Jacopone da Todi, il quale compose in lingua volgare anche le famose “Laudi”. Da questa devozione ebbe origine la festa dei “Sette dolori di Maria Santissima”.
Papa Pio X (1904-1914) fissò la data del 15 settembre, subito dopo la celebrazione dell’esaltazione della Croce (14 settembre), con memoria non più dei “sette dolori”, ma più opportunamente come “Beata Vergine Maria Addolorata”.
Le devozioni popolari: i sette dolori di Maria
I sette dolori di Maria corrispondono ad altrettanti episodi narrati nel Vangelo: la profezia dell’anziano Simeone, quando Gesù fu portato al Tempio “E anche a te una spada trafiggerà l’“anima”; la Sacra famiglia costretta a fuggire in Egitto “Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”; il ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio a Gerusalemme “Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo”; Maria addolorata incontra Gesù che porta la croce sulla via del Calvario; la Madonna ai piedi della Croce, in piena adesione alla volontà di Dio, partecipa alle sofferenze del figlio crocifisso e morente; Maria accoglie tra le sue braccia il figlio morto deposto dalla Croce; Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù, in attesa della risurrezione.
La liturgia e la devozione hanno compilato anche le litanie dell’Addolorata, ove la Vergine è implorata in tutte le necessità, riconoscendole tutti i titoli e meriti della sua personale sofferenza.
La tradizione popolare ha identificato la meditazione dei sette dolori, nella pia pratica della “Via matris”, che al pari della via Crucis ripercorre le tappe storiche delle sofferenze di Maria e sempre più numerosi sorgono questi itinerari penitenziali, specie in prossimità di santuari mariani, rappresentati con sculture, ceramiche, gruppi lignei, affreschi.
Le processioni penitenziali, tipiche del periodo della passione di Cristo, comprendono anche la figura della Madre dolorosa che segue il figlio morto, l’incontro sulla salita del Calvario, Maria posta ai piedi del Crocifisso.
In taluni Comuni le processioni devozionali assumono l’aspetto di vere e proprie rappresentazioni altamente suggestive, specie quelle dell’incontro tra il simulacro di Maria vestita a lutto e addolorata e quello di Gesù che trasporta la Croce insanguinato e sofferente.
In determinate località queste processioni, che nel Medioevo diedero luogo anche a rappresentazioni sacre dette “Misteri”, assumono un’imponenza di partecipazione popolare, da costituire oggi un’attrattiva, oltre che devozionale e penitenziale, anche turistica e folcloristica (cito per tutte la grande processione barocca di Siviglia).
Com’è raffigurata l’Addolorata?
Di solito è vestita di nero per la perdita del figlio, con una spada o con sette spade che le trafiggono il cuore. Altro soggetto molto rappresentato è la pietà, penultimo atto della passione, che sta tra la deposizione e la sepoltura di Gesù.
Il termine “pietà” sta a indicare nell’arte la raffigurazione dei due personaggi principali Maria e Gesù, la madre e il figlio. Maria lo sorregge adagiato sulle sue ginocchia, oppure sul bordo del sepolcro insieme a san Giovanni apostolo (Michelangelo e Giovanni Bellini).
Capolavoro dell’intensità del dolore dei presenti è il “Compianto sul Cristo morto” di Giotto.
Nel Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (Isernia), secondo l’apparizione del 1888, Gesù è adagiato a terra e Maria sta in ginocchio accanto a lui. E con le braccia aperte lo piange e lo offre nello stesso tempo".
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