Si tratta di Florinda Trombetta e Francesco Cusati, appartenenti al Gruppo sportivo dell’Istituto dei ciechi di Milano
(C.Bott.) Loro sono Florinda Trombetta e Francesco Cusati, atleti non vedenti del Gruppo sportivo dell’Istituto dei ciechi di Milano, dove con dedizione e spirito di servizio ricoprono ruoli dirigenziali. Tutti e due amano la montagna e le escursioni. E amano il Lario.
Cusati (che all’interno dell’istituto di via Vivaio opera nell’ambito dei servizi al lavoro e a supporto dell’inserimento professionale e della riqualificazione delle persone con disabilità visiva, oltre a essere docente di informatica e tecnologie assistive) e Trombetta risiedono a Milano ma sono soliti frequentare Fiumelatte di Varenna, base di riferimento (e di partenza) per i loro allenamenti e le loro escursioni.
Florinda pratica il canottaggio paralimpico, Francesco il trekking. Insieme, hanno contribuito al successo dei “Trittici” di Varenna e fanno anche parte del team di volontari del servizio “Non 6 solo” voluto dal Comune di Varenna per un conforto e un sostegno a chi soffre per la pandemia in atto.
Nelle scorse settimane era maturato il progetto di una loro escursione sulla Grigna settentrionale. Detto e fatto. Dopo il coinvolgimento di Francesca Lanfranconi, medico dello sport, e la scelta di un percorso idoneo alle loro capacità alpinistiche, ecco la decisione di raggiungere il rifugio Bietti-Buzzi, nella conca di Releccio, a 1.719 metri di quota.
Alle cinque persone - i due atleti e tre accompagnatori - del gruppo iniziale se ne sono aggiunte sette. Si è arrivati così a una “squadra” di 12 partecipanti, ognuno desideroso di offrire la propria compagnia e di aiutare, se necessario, i due atleti nei passaggi più impegnativi.
Mercoledì 19 agosto il ritrovo al Cainallo e la partenza verso la terrazza del Vo’ di Moncodeno, a quota 1.450 metri.
Questi alcuni passaggi del “diario” di uno dei partecipanti: “La mulattiera risulta ben pulita dai precedenti temporali e Florinda e Francesco procedono abbastanza agevolmente, dando la mano alla guida che li precede, oppure attaccandosi allo zaino della guida stessa, ascoltando le indicazioni circa la presenza di ostacoli e le caratteristiche di particolari asperità. La cosa straordinaria di Florinda e Francesco è che, pur non vedendo, hanno sviluppato e sublimato gli altri quattro sensi e acuito la facoltà di percezione. Inoltre hanno aggiunto un ulteriore sesto senso immateriale, ovvero la capacità di fidarsi della voce della guida di una persona che ben conoscono e di cui si fidano. Ciò consente loro di passare efficacemente su passaggi dove a volte un vedente tentenna e rallenta”.
E più avanti: “La nostra comitiva, superata a volte da altri escursionisti meravigliati, giunge in 50 minuti alla rampa della Bocchetta di Prada e, valicatala, si concede una sosta alla chiesetta situata sullo spartiacque tra Calivazzo e Moncodeno, a 1.625 metri slm. Da lì in 10 minuti alla finestra di Prada, con i due amici non vedenti partecipi di questa beltà del Creato in virtù dei commenti estatici degli altri compagni e colti dagli aromi intensi della flora alpina e dalle fresche vibrazioni di una brezza di valle che sale verso l’alto. La descrizione di una sequenza di fossili presenti sul sentiero riempie di meraviglia i presenti, così come la spiegazione delle fasi orogenetiche che hanno determinato il sollevamento delle zolle sedimentarie prealpine e la successiva formazione delle tre scaglie geotettoniche delle Grigne”.
“Dalla finestra pronti via, traversando le falde di Piancaformia per poi giungere alla Costa dei lares, forse il punto più impegnativo del tragitto per la ripida discesa seguita da una salita resa ardua dai numerosi detriti di falda e da un sole cocente. Ultima sosta in cima alla salita, poi via verso il Releccio. Da qui, superate tre vallette con sentiero pianeggiante ma con passaggi rognosi su roccette, si giunge finalmente in vista del rifugio e della immensa bastionata a ferro di cavallo del Grignone”.
Il “diario di viaggio” così prosegue: “Ultimi dieci minuti ed eccoci sul prato antistante il Bietti-Buzzi. In pratica siamo giunti alla meta in 3,5 ore, senza correre e senza incidenti o problemi di sorta. Il gestore Marco gentilmente ha riservato alcuni posti sul tavolone del terrazzo a est del rifugio, verso il Sasso Cavallo. Essendo una bella giornata, vi sono un centinaio di persone nelle adiacenze o in transito per altre mete della zona, in primis il rifugio Brioschi”.
Quindi i passaggi conclusivi: “Gli astanti rivolgono un forte e spontaneo applauso di elogio e incoraggiamento a Florinda e Francesco. E ai loro accompagnatori. Un frugale ma saporito pasto con cibo ben cucinato dalla cuoca, con un’ottima torta come dessert, consente di recuperare le energie per il ritorno. La stanchezza e le asperità in discesa impongono cautela, ma Florinda e Francesco applicano appieno il loro sesto senso e passano indenni anche nei punti più difficili. Certo, inciampano più volte ma sono dotati di ottimi riflessi e di buona muscolatura. Arrivo al Cainallo alle 18, dopo tre ore di cammino”.
Ora ad attendere Florinda Trombetta e Francesco Cusati vi è un’altra escursione, programmata per domani al Legnoncino.
Una curiosità. Tra gli ideatori del trekking dei giorni scorsi al “Bietti-Buzzi”, accompagnatore e amico di Florinda e Francesco, vi era Ezio Lanfranconi, che nel settembre 1964 fu il primo motociclista a raggiungere proprio il rifugio Bietti con uno Stornello regolarità Moto Guzzi 125 cc. di cui esistevano soltanto due decine di esemplari. L’altro pilota era Rodolfo “Rudy” Alippi, fiorista ad Abbadia Lariana.
Un grandissimo abbraccio siete immensi👋👋
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