(C.Bott.) Approfittare della quarantena, periodo
difficile per tutti, per riscoprire la macchina fotografica. E perfezionare tecniche
che si credevano dimenticate. O anche soltanto che da tempo venivano trascurate.
E’ quanto ha fatto Vincenzo Bonvicini, mandellese, naturalista e guida ambientale
escursionistica. E, per l’appunto, appassionato di fotografia.
“Nei
lunghi mesi dell’emergenza e del lockdown
- dice - dovendo necessariamente restare a casa ho approfondito lo studio della
fotografia macro, un genere che mi ha sempre appassionato e che ho potuto
studiare più a fondo”. “La mia ricerca - aggiunge - si è concentrata sugli
elementi naturali che avevo a disposizione a casa, sfruttando l’acqua come
mezzo per interpretare i diversi soggetti”.
Ora
anche per Bonvicini è arrivato il momento… di ripartire. E sarà, per lui, una
ripartenza importante, che lo vedrà allestire una sua mostra presso la sala
civica “don Carlo Gnocchi” in via Nazionale ad Abbadia Lariana. L’appuntamento, da non perdere, è in agenda da sabato 11 a domenica 26 luglio.
In
questa mostra Vincenzo Bonvicini, che ha studiato scienze naturali
all’Università Statale di Milano, proporrà 20 scatti effettuati come
detto durante (e subito dopo) la quarantena.
“In
quei mesi - osserva la guida ambientale - quasi ogni giorno prendevo la mia macchina
fotografica e provavo tecniche e scatti nuovi, oltre a set di luci particolari,
e proprio grazie al periodo di lockdown
ho avuto la possibilità di migliorare e affinare in poco tempo la mia tecnica”.
“Alla
mostra di Abbadia - aggiunge - allestirò anche un “set” di quelli utilizzati
durante la quarantena. Sarà così possibile constatare che la strumentazione
necessaria non è costituita da nulla di speciale. Servono soltanto buona
volontà e un po’ di fantasia”.
La
rassegna espositiva avrà come tema principale l’utilizzo dell’acqua come mezzo
per osservare gli oggetti da prospettive diverse grazie ai riflessi sulla
superficie dell’acqua stessa e all’effetto lente delle gocce.
Resta
da aggiungere che i soggetti utilizzati sono tutti legati alla natura. Già,
perché l’emergenza Covid-19 non poteva certo mettere in secondo piano la formazione di Vincenzo Bonvicini. E il suo filo diretto con l'ambiente.
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