Alex Zanardi a Lecco nel dicembre 2014 ospite di "Casa don Guanella". |
(C.Bott.) Dimesso dal Policlinico “Le Scotte” di
Siena, Alex Zanardi è da oggi al centro di riabilitazione “Villa Beretta” di
Costa Masnaga. L’annuncio è stato dato dalla direzione sanitaria dell’Azienda
ospedaliero-universitaria toscana.
Si
è infatti concluso il programma di sedo-analgesia a cui il campione era stato
sottoposto e così la sospensione della sedazione, la normalità dei parametri cardiorespiratori e
metabolici e la stabilità delle condizioni cliniche generali e del quadro
neurologico hanno consentito il trasferimento del campione nella struttura
lecchese di recupero e riabilitazione funzionale.
Dopo
l’incidente stradale in cui era rimasto coinvolto nel Senese lo scorso 19
giugno, Zanardi è stato operato due volte al cervello e una al volto per
ridurre le fratture che l'ex pilota di Formula Uno aveva subìto quando la sua handbike
si era ribaltata ed era andata a finire contro un tir che procedeva in senso
opposto. L'impatto era stato così violento che sarebbero bastati pochi minuti di ritardo
nei soccorsi per rendere vano ogni tentativo di salvare la vita ad Alex.
Zanardi all'auditorium della "Casa dell'economia" di Lecco. Accanto a lui, Alberto Cova. |
Del
centro di riabilitazione di Costa Masnaga aveva parlato nei mesi scorsi, in
piena emergenza coronavirus, Massimo “Max” Vecchi, bassista e seconda voce dei
Nomadi, storico gruppo musicale in attività dal 1963, che aveva scritto una
lettera per spiegare il video da lui realizzato e pubblicato su YouTube a
sostegno appunto del presidio brianzolo dell’ospedale Valduce.
“In
un mese e mezzo di mia frequentazione della clinica - affermava il musicista,
che a “Villa Beretta” aveva intrapreso un percorso di riabilitazione dopo un
infortunio subìto anni fa al braccio destro - ho avuto il piacere di conoscere
tante persone stupende tra pazienti e operatori. Tra questi sono
particolarmente legato al dottor Giovanni Cannaviello, grande medico e anche
ottimo musicista. Facendo due chiacchiere, insieme io e Giovanni abbiamo deciso
di cercare il modo per sensibilizzare più persone possibili con una raccolta
fondi allo scopo di sostenere gli innumerevoli sforzi che l’emergenza comporta.
Lui con la sua laurea in medicina, io con l’unica cosa che posso fare: suonare
e cantare...”.
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