Francesco
Silverij: “Con il primo caldo siamo tornati a chiudere le finestre. Una palese
e insopportabile limitazione della libertà individuale”
Pubblico amministratore
fino ai primi mesi del 2018, il mandellese Francesco Maria Silverij ci invia
l’intervento che di seguito pubblichiamo:
Chi
pensava che la vicenda degli odori che emanano dalla “Gilardoni Vittorio”
fosse una pratica se non chiusa almeno in via di definizione sbagliava
clamorosamente. E nonostante il Comitato nato alla bisogna, a cui va ancora una
volta il nostro ringraziamento, abbia portato il problema su tutti i tavoli il
risultato è quanto meno sconcertante.
Ricordando
i due solleciti della Provincia di Lecco inoltrati all’azienda per ottenere
comunicazione in merito al famoso cronoprogramma da loro presentato e una terza
comunicazione inviata sempre dalla Provincia all’Arpa in cui si chiedevano
parere e considerazioni sull’argomento stesso, siamo ad oggi nella medesima
situazione di partenza. Finito il lockdown
e a ripresa dei lavori l’odore si è palesato forte e acuto come prima.
Relazioni,
studi e tavoli tecnici sono stati soltanto chiacchiere nelle quali si è perso
anche il ruolo del sindaco Fasoli, che - pur avendo firmato l’esposto alla
Procura di Lecco - ad oggi non è ancora in grado di dire che fine abbia fatto e
se mai qualcuno l’abbia ancora letto.
Un
balletto prevedibile? Oggi viene da pensarlo, con amarezza e preoccupazione. Il
diritto alla salute è sacrosanto come quello al lavoro. E ritengo incredibile
che, mentre si è trovata l’acqua su Marte, non ci sia modo (certo se lo si
vuole) di farli convivere.
Sconcertante,
poi, è un passaggio presente nell’ultima relazione Arpa che asserisce che il
problema dell’inquinamento odoroso sarebbe praticamente in via di risoluzione
poiché le segnalazioni di disagio da parte dei cittadini sono significativamente
diminuite.
Insomma
l’oblio ha avvolto la vicenda e ad oggi tutto è fermo, con il risultato che chi
ha sollevato l’annoso problema altro non sarebbe stato se non un “rompiscatole”.
Nessuno
vuole almeno ipotizzare che il calo delle segnalazioni sia il solo risultato
dello scoramento e della sfiducia dei mandellesi, che si sono sentiti e si
sentono impotenti a far sentire la loro voce e a far valere le loro ragioni?
Con
il primo caldo siamo tornati a chiudere le finestre per evitare le ondate del
cattivo odore. Una palese e insopportabile limitazione della libertà
individuale. Ricordo al primo cittadino Riccardo Fasoli che in qualità di
sindaco della salute pubblica ne è il primo responsabile e che quindi almeno si
degni, per onore di firma, di sollecitare una risposta.
P.S.:
Un consiglio al sindaco: non metta nel suo programma elettorale l’attenzione
all’ambiente, sarebbe francamente troppo!
Francesco Maria Silverij - Mandello Lario
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