Pierino Prati, morto lunedì 22 giugno all'età di 73 anni. |
(C.Bott.) “Pochi giorni fa Mario Corso, questa settimana un’altra perdita per il mondo
del calcio milanese, Prati. Io, interista sfegatato, ho sempre ammirato “Pierino
la peste”, grande giocatore e grande uomo, e posso dire di avere avuto l’onore
e la fortuna di incontrarlo e di apprezzare la sua grande umanità…”.
Riccardo Bonacina, mandellese, classe 1959, parla
dell’ex attaccante di Milan, Roma e Fiorentina scomparso ieri all’età di 73
anni. C’è infatti un episodio che lega Bonacina all’attaccante che con la
maglia della Nazionale conquistò il campionato europeo del ’68 e che con la
casacca rossonera vinse tutto quello che c’era da vincere: dal campionato alla
Coppa Intercontinentale.
“Ero un ragazzino - ricorda Riccardo - e con due miei amici
(uno dei due era Luciano Andreotti, lui pure mandellese, classe 1958, ndr) ci eravamo avventurati dentro la
villa che Prati aveva sul lago a Mandello, appena sotto la Statale 36, oggi
Provinciale 72, in direzione Olcio. Devo dire che erano altri tempi, eppure la
passione ci portava ad avvicinare questi campioni, perché tali lo erano per
davvero. Come dimenticare, del resto, i tre gol segnati da Prati in una finale
di Coppa dei Campioni vinta dal Milan contro l’Ajax di un Cruijff ancora
immaturo?”.
“Bene - racconta sempre il mandellese - un pomeriggio dei
primi anni Settanta avevamo saputo che Prati aveva preso quella villa e, come
se fosse un’avventura, ci eravamo intrufolati dentro la sua casa. Pierino stava
pescando sulla darsena e, invece di allontanarci come forse oggi farebbe
qualsiasi popolare campione, non fece altro che accoglierci con grande
gentilezza e ci concesse addirittura un autografo, che conservo tuttora”.
“Quello - aggiunge Bonacina - è un ricordo che mi
tengo stretto e che è tra i più belli della mia infanzia, sia per il
comportamento e l’atteggiamento di Prati sia per l’emozione di averlo visto da
vicino… Ero un ragazzino di 12-13 anni e, nonostante la mia fede calcistica
fosse dichiaratamente per i colori nerazzurri, quell’episodio non lo potrò mai
dimenticare”.
“Ora che anche Pierino Prati ci ha lasciato - conclude
- mi resta questo ricordo, con una vena di nostalgia per quei tempi in cui il
calcio era assolutamente più umano. E i grandi giocatori erano campioni a tutti
gli effetti, sul campo e fuori…”.
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