Piazza IV Novembre a Lierna in una foto di questi ultimi giorni. |
Dai consiglieri comunali di “Vivere Lierna” Marco Mauri e
Nunzio Marcelli riceviamo e pubblichiamo:
La delibera della giunta comunale di Lierna del 29 maggio
scorso, pubblicata in data 13 giugno con i richiami ai decreti nazionali per
fronteggiare l’emergenza Covid-19, è
limitativa rispetto a quanto richiamato e la stessa autorità locale che si
professa “turistica”, autodefinendosi “ben allineata per tale scopo”, decide
che alcuni spazi turistici locali debbano essere inibiti “per decoro e
opportunità pubblica” sino al 31 ottobre.
Con la delibera scopriamo che coloro i quali per
circa 90 anni hanno regolarmente concesso lo spazio esterno al bar (uno spazio
limitato e utilizzato con la posa di tavolini e sedie, previo pagamento della
tassa per l’occupazione del suolo pubblico) evidentemente non conoscevano il decoro.
Nei
primi giorni di settembre dello scorso anno è stato “blindato” lo spazio per il
“rifacimento di piazza IV Novembre”, poi c’è stata la variante in corso d’opera
al progetto da 464.900 euro, la negazione dell'accesso ai disabili, quindi il blocco delle attività conseguenti al
Covid-19 e per 9 mesi l’intera area è stata inibita ai liernesi e alle attività
commerciali.
Con
l’apertura delle numerose attività tramite appositi decreti, il governo, le
Regioni e i Comuni hanno emesso provvedimenti a favore delle attività
commerciali, di ristorazione e i pubblici esercizi che
hanno patito notevoli danni economici esonerando i titolari
dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico sino al 31 ottobre
e concedendo agli stessi la possibilità di estendere la superficie utile
all’esterno dell’esercizio (senza oneri aggiuntivi) per favorire l’attività appunto
all’esterno e sempre nel rispetto di protocolli e regole.
Il
“decoro e l’opportunità pubblica”, che con la delibera in questione inibisce
uno spazio esterno sulla piazza, non nei giardinetti sottostanti, sul lungolago
Castiglioni e alcuni spazi in Riva bianca, come detto sino al 31 ottobre, è
motivo di realistica incomprensione. Non
penalizza soltanto i titolari del bar, con conseguenze economiche
negative, ma anche tutti coloro che per anni hanno trascorso tanto tempo
della loro vita su quei tavoli all’aperto, in una delle piazze del nostro bel
paese tanto amato dai turisti.
L’atto
“inibitorio” con validità sino al 31 ottobre, data che esclude i pubblici
esercizi dal pagamento della tassa, potrebbe richiamare l’opportunità pubblica
derivante dalle incertezze Covid-19 (se vivo, morto o risorto). Invece di
chiudere tutto e “siamo a posto”, basterebbe mettere in sicurezza lo spazio
citato seguendo quanto prescritto dai protocolli.
Considerato
che i lavori sulla piazza, iniziati nel
settembre 2019, dopo nove lunghi mesi e prima del 31 ottobre si dovrebbero
ultimare, ci aspettiamo che con la
revoca e con la nuova delibera di giunta il buon senso (non necessariamente
turistico) inibisca l’improvvisato decoro o la decenza, insieme all’opportunità
o all’opportunismo, e la questione pubblica e privata si risolva al meglio.
I consiglieri comunali Marco Mauri e Nunzio Marcelli
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