Riccardo Fasoli:
“In questa fase di ripartenza post pandemia le esigenze del sistema scolastico
devono conciliarsi con le necessità delle famiglie e degli alunni”
(C.Bott.) Da qualche giorno è ufficiale: la
scuola riaprirà il 14 settembre. Regioni e enti locali hanno dato il via libera
alle nuove linee guida per il rientro in classe dopo il lockdown seguito ai mesi dell’emergenza sanitaria e dopo le lunghe
settimane della didattica a distanza.
“Dobbiamo
avere una scuola più moderna, sicura e inclusiva”, ha detto di recente il
premier Giuseppe Conte, che ha pure aggiunto: “Vogliamo classi meno affollate, scuole
più pulite, accessi scaglionati, ma soprattutto niente doppi turni e mai più classi
pollaio con trenta e più studenti”.
Quindi
la sollecitazione di Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione: “Vogliamo fare scuola
anche fuori dalla scuola. Portiamo allora gli alunni nei cinema, nei teatri, nei
musei, facciamo in modo che respirino la cultura di cui hanno bisogno. E portiamo
i più piccoli al parco, quando il tempo lo consente, a fare lezione”.
Ma
qual è il punto di vista del sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli, sul piano
per il rientro a scuola a settembre? “Nel sistema scolastico che va dall’asilo
nido alla scuola secondaria - premette - il ruolo delle amministrazioni locali
è da sempre centrale. In questa fase di ripartenza post pandemia Covid-19 le esigenze
del sistema scolastico stesso devono conciliarsi con le necessità delle
famiglie e dei ragazzi”.
“Dopo
una prima riunione dei sindaci - aggiunge Fasoli - la prossima settimana incontreremo
il dottor Luca Volontè, dirigente dell’Ambito territoriale di Lecco dell’Ufficio
scolastico regionale. Porteremo a quel tavolo di confronto la necessità di
mantenere il servizio di refezione scolastica e di garantire orari scolastici
che si concilino con le attività delle famiglie”.
Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello. |
“Orari
troppo corti o la decisione di eliminare il servizio di refezione scolastica -
osserva sempre il primo cittadino mandellese - sono scelte che possono avere un
impatto negativo sui ragazzi, sui lavoratori del sistema mense e sulla
necessità di conciliare come detto le attività lavorative dei genitori”.
E
per quanto riguarda gli spazi di cui disporre? “La definizione degli spazi e
delle necessità educative - risponde il sindaco - ha un impatto diretto sui
comuni che devono impiegare le loro risorse. E’ insomma una partita difficile, che
si scontra spesso con le reali disponibilità di aule piuttosto che di locali
aggiuntivi”.
“La
speranza - conclude - è che la pianificazione in corso abbia carattere
provvisorio e che le regole e gli eventuali sacrifici chiesti ad alunni e
famiglie possano essere alleggeriti anche durante il corso dell’anno
scolastico, provando a rientrare lentamente alla normalità”.
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