Don Marco Nogara questa mattina nella chiesa parrocchiale di Brunate. A sinistra, don Carlo Calori. |
(C.Bott.) Il primo pensiero, aprendo la
celebrazione eucaristica, è stato per il sacrificio di suor Maria Laura
Mainetti. “Venerdì ci siamo tutti rallegrati - ha detto don Marco Nogara - per
la firma da parte di Papa Francesco del decreto con cui è stato riconosciuto il
martirio della religiosa. E allora oggi chiediamo al Signore gli stessi doni
che ci ha lasciato in eredità suor Maria Laura, i doni del coraggio e della libertà”.
E’
stato il sacerdote mandellese a presiedere la messa celebrata questa mattina
nella chiesa parrocchiale di Brunate intitolata a sant’Andrea apostolo. Con lui
anche don Carlo Calori, già parroco di San Fedele in Como, la stessa parrocchia
ora guidata da don Pietro Mitta, parroco a Mandello “Sacro Cuore” fino al 2018.
All’omelìa
don Marco ha più volte richiamato il Vangelo di Matteo della XII domenica del
tempo ordinario, ricorrenza liturgica di san Luigi Gonzaga, e quell’invito a
non avere paura più volte ripetuto da Gesù ai suoi discepoli. “No, non dobbiamo
avere paura - ha detto il sacerdote - perché proprio la paura rischia di
imprigionare la nostra vita e ci rende schiavi”. “La parola di Dio - ha
aggiunto - ci chiede di smascherare quello che c’è nei nostri cuori, a partire
dalla pigrizia”.
Eccolo
il vero virus da cui guardarsi. “Un virus pericolosissimo - ha osservato don
Marco - al pari appunto di quello della paura, che ci impedisce di essere
cristiani autentici. Dobbiamo allora avere fiducia nella presenza di Dio e
accettare il suo abbraccio, che ci porterà gioia”.
Il
celebrante ha quindi ricordato, dopo un nuovo riferimento a suor Maria Laura,
anche la figura di fratel Giosuè Dei Cas, laico consacrato di origini
valtellinesi morto di lebbra all’inizio degli anni Trenta nel Sud Sudan. “Era
cristiano - ha detto - e ha voluto restare sempre accanto ai propri fratelli
malati. L’ha fatto fino alla fine, fino ad ammalarsi lui stesso”.
Poi
un nuovo riferimento alla paura: “Quando uno è nelle mani del Signore non deve
temere nulla”. E un ultimo accenno alla pigrizia. “E’ proprio quello - ha
concluso il sacerdote - il virus che uccide il nostro spirito”.
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