Silvano Stefanoni, presidente della Fand provinciale di Lecco. |
Oggi, 1° maggio
2020, come presidente della Fand provinciale, unitamente agli altri membri del
Comitato lecchese della Federazione delle associazioni nazionali delle persone
con disabilità e in rappresentanza di tutti i nostri associati, aderendo al
cortese invito del presidente Anmil di Lecco, Franco Longhi, avrei voluto
essere presente davanti al monumento dei caduti sul lavoro di piazza Caleotto a
Lecco per onorare chi ha perso la vita o è andato incontro a una disabilità nello
svolgere il proprio dovere lavorativo.
Purtroppo
l’emergenza sanitaria Covid-19 ci impedisce di rendere omaggio a questi nostri
cittadini con le cerimonie consuete, ma proprio quest’anno questa festa, anche
se con modalità diverse, assume nuove importanti sfumature, così da
rendere la giornata più attuale, vicina e sentita da parte di tutti.
Penso in
particolare ai numerosi medici, operatori sanitari, volontari o lavoratori di
vari settori che instancabilmente, nello slancio generoso di salvare vite umane,
hanno perso la propria o si sono infettati a loro volta.
Penso alle
famiglie di questi lavoratori, che si sono contagiati o hanno perso la vita,
stando accanto alle persone amate nel tentativo di alleviargli stanchezza e
sconforto psicologico.
Penso anche a
chi è passato direttamente, senza neppure accorgersi, dall’emergenza sanitaria
a quella economica, e sta perdendo il lavoro o l’attività produttiva o
commerciale, e alle loro famiglie che in poco tempo si sono trovate ad
affrontare difficoltà poco prima mai sperimentate.
Penso a quante vite
anche questa volta si sarebbero potute salvare, o non si sarebbero infettate,
se soltanto si fossero applicati i protocolli di sicurezza sul lavoro già noti
e si fosse fatta formazione e fornito idonei e sufficienti presidi individuali
di protezione fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
E così a
febbraio un piccolissimo e invisibile virus ci ha colpito con rapidità e
spietatezza e ci siamo scoperti incredibilmente impreparati, fragili e
vulnerabili.
Eppure la natura
ci sta insegnando come uscirne e che c’è sempre la possibilità di un riscatto.
Infatti l’uomo
l’ha sfregiata più volte nei millenni, per assecondare le sue comodità e i suoi
egoismi, e lei - sempre coraggiosa durante questo nostro isolamento sociale - ci
ha dimostrato come ci si può riprendere più forti e rigogliosi.
In questo
periodo di isolamento sociale se abbiamo imparato che dalle tragedie si riesce
a uscirne soltanto se uniti, se abbiamo capito il valore di appartenenza alla
collettività, se abbiamo afferrato, che la sicurezza sul lavoro non è un lusso
superfluo e inutile, se abbiamo compreso che può esistere una normalità diversa
da quella che abbiamo conosciuto finora e nella quale al centro dobbiamo porre
l’uomo con le sue possibilità e soprattutto la sua unicità, allora ce la faremo
a sconfiggere questo virus e questa crisi economica mondiale.
Altrimenti per
un tempo indefinito rimarranno le macerie di questo dramma collettivo e in
particolare disoccupazione e povertà.
E’ importante
comprendere che adesso più che mai è fondamentale il contributo di tutti senza
alcuna distinzione ed in qualsiasi condizione fisica, perché non dobbiamo
risollevare l’economia di questa o quest’altra categoria o di uno specifico
settore produttivo, ma dobbiamo riabilitare tutta l’umanità nei suoi obiettivi
e valori.
Tutti possiamo
contribuire come gocce di un immenso mare, sicuramente piccolissime, ma sempre
utili ed irrinunciabili.
Facciamo che lo
slogan “Nessuno deve rimanere indietro” non sia fatto soltanto di parole,
ma sia il punto di partenza di una nuova società che si muove e lavora
all’unisono per diventare più umana e solidale. Buon 1° maggio a tutti!
Silvano Stefanoni, presidente provinciale Fand -
Lecco
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