Giampiero Redaelli, presidente della Fism di Lecco. |
In
questi tempi di chiusura delle scuole dell’infanzia e dei servizi alla prima
infanzia, oltre che di incertezze sulla riapertura, ci sembra doverosa,
primariamente alle famiglie che ci hanno affidato i loro bambini ma anche all’intera
comunità territoriale che sempre ci sostiene, una condivisione autentica delle
difficoltà in cui ci troviamo e dell’impegno che manteniamo. Senza polemica, ma
senza nasconderci.
La
parità scolastica si mostra, in questo frangente più che mai, una meta ancora
tutta da raggiungere. Le nostre scuole non beneficiano di contributi statali
tali da consentire alle famiglie di non pagare la retta o alle docenti di continuare
a essere retribuite restando a casa.
Da
qui il paradosso: tutte, ma proprio tutte, le scuole Fism stanno facendo enormi
sforzi per tenere salda la relazione con i bambini e con i genitori, ognuna con
le proprie possibilità e peculiarità. Non derogano al loro ruolo di preparare i
bambini alla vita: basta navigare nel sito della Fism provinciale di Lecco (www.fismlecco.it) per vedere le
iniziative che le varie scuole stanno creativamente elaborando, tramite canali
nuovi e nuove possibilità, dalle proposte sui pre-requisiti per i bambini
dell’ultimo anno agli sportelli “help” per i genitori, in particolare per i
genitori dei bambini disabili, ulteriormente provati.
Una
costante presenza, pur nella distanza, che - come abbiamo condiviso con le
scuole - vuole essere “a misura 0-6 anni”, in ricerca di equilibrio tra
relazione e proposte nel rispetto dei bisogni dei bambini, che hanno diritto a
continuare a imparare senza essere sovrastimolati né lasciati soli. Una
“pedagogia della casa”, che valorizzi spazi e tempi domestici senza trasformare
i genitori in insegnanti.
Tutto
questo con docenti in cassa integrazione, che a titolo volontaristico e per adesione
del cuore a un progetto educativo di scuola regalano il loro tempo per preparare
proposte didattiche e “tengono” sul fronte alleanza scuola-famiglia.
Tutto
questo con famiglie a cui viene chiesto di versare il 35% della retta mensile, in
attesa che il Governo emani il decreto con i contributi strutturali richiesti, per
permettere alle scuole di sopravvivere.
Così
come da indicazioni della Fism, infatti, le scuole, salvo casi eccezionali e
motivati, hanno proposto ai genitori il versamento di una quota necessaria per
coprire i costi di gestione. Concreto il rischio che i genitori si sentano
discriminati nel loro aver scelto una scuola dell’infanzia paritaria (spesso anche
l’unica del paese), nel dover versare una retta e nel vedere proposte didattiche
eterogenee e differenti. Un
paradosso stringente, tra parità di doveri e diritti negati, di cui ci sentiamo
di dover render conto.
Un
primo grazie accorato è rivolto ai gestori delle nostre scuole che a titolo volontaristico
e con la tenacia che li contraddistingue si assumono anche in questa fase complicata
e incerta l’onere di garantire la sopravvivenza della scuola.
Alle
nostre docenti un riconoscimento sincero: senza il loro essere - più che fare -
le insegnanti, l’ispirazione cristiana del nostro progetto educativo avrebbe il
fiato corto, oggi più di sempre.
Ai
nostri genitori un grazie sentito, per la comprensione ed il sostegno, e la richiesta
di adesione alla petizione “Io ci sto”.
Tre
i punti contenuti nella lettera che i genitori e chiunque lo desidera possono firmare
e inviare direttamente all’ufficio del presidente del Consiglio (comprensivo
della segreteria particolare), all’Ufficio stampa e al portavoce del Governo.
E’
sufficiente cliccare sul link di AGESC e compilare i campi richiesti
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe1Cq4d3TsloeinDqq2bCXbPU8aI4dTKiBU-be__QXXViq6OA/viewform.
Nella
petizione si chiede:
1)
la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza
scolastica e per i servizi educativi nelle scuole paritarie nel corso del 2020
2)
l’istituzione di un contributo strutturale adeguatamente finanziato per l’erogazione
di contributi aggiuntivi alle scuole dell’infanzia
paritarie a partire dall’anno scolastico 2019-2020, a tutela dei propri
dipendenti e del servizio svolto alle famiglie in
aggiunta
ai 526 milioni già insufficienti
3)
l’azzeramento delle imposte (Ires, Irap) e i tributi locali nel 2020 per tutte
le realtà educative e scolastiche no profit.
Il consiglio e il coordinamento pedagogico
provinciale della Fism di Lecco
Nessun commento:
Posta un commento