Luca Schiera (a sinistra) con Matteo Bernasconi e Giuliano Bordoni al rifugio Sciora in Val Bondasca. |
(C.Bott.) A inizio marzo 2013, di ritorno dalla
spedizione in Patagonia che con Matteo Della Bordella l’aveva visto conquistare
l’inviolata parete ovest della Torre Egger, all’aeroporto milanese di Linate aveva
ricevuto dall’allora presidente dei Ragni, Fabio Palma, il maglione rosso dello
storico gruppo della Grignetta di cui lui avrebbe fatto parte a partire dai
giorni successivi.
Luca
Schiera aveva allora 22 anni e abitava ad Anzano del Parco. Da quella sera,
dunque, quella dei Ragni diventava a tutti gli effetti anche la sua grande famiglia. Miglior modo di festeggiare la vittoriosa
spedizione extraeuropea non avrebbe insomma potuto esserci.
Ma
anche per Luca, che da cinque anni vive a Erba, oggi è un giorno triste. E’ il
giorno del ricordo di Matteo Bernasconi, suo compagno di tante avventure, di
tante serate. E di tante scalate, a partire proprio da quella di sette anni fa
alla Egger che per il “Berna” si era purtroppo conclusa con il suo rientro
anticipato in Italia.
“Il
mio ricordo più bello - dice Luca - risale a tanti anni fa e si lega
indirettamente proprio a quella spedizione del 2013. Ci trovavamo per caso sotto
a un blocco in Val Masino. Io ragazzino timido, lui alpinista già fortissimo.
Ci conoscevamo soltanto di vista, eppure iniziò a parlarmi e lo fece per tutto
il pomeriggio, quasi fossimo stati amici da una vita”.
“Non
ricordo bene di cosa parlammo in quella circostanza - aggiunge Schiera - ma qualche
anno dopo, quando lui e Matteo Della Bordella mi fecero il regalo di chiedermi
di unirmi a loro per il progetto Torre Egger, capii che in Val Masino aveva
soltanto voluto conoscermi”.
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