Nel libro
dato alle stampe nel 1991 da Vasco Cocchi la consapevolezza dei rischi che si
accompagnano alla pratica dell’escursionismo e dell’alpinismo e gli insegnamenti del giusto modo di comportarsi su sentieri e pareti rocciose
Vasco Cocchi, autore del libro "Salute è sicurezza in montagna". |
(C.Bott.) Di lui, il giornalista Claudio Redaelli
ebbe a scrivere: “Pare continuare in chiave moderna il discorso di Antonio
Stoppani, dei valori e delle attenzioni che vi si implicano. E lo fa con
riguardo scientifico, che non toglie ma chiarisce la gioia di godere della
natura con razionale ardimento, ossia contribuendo alla salute e non
compromettendola, preservando la vita e non rischiandola con imprudenza”.
Parlava,
Redaelli, di Vasco Cocchi e del suo libro Salute
è sicurezza in montagna pubblicato nel 1991 dalle Edizioni cultura “Il
Punto Stampa” - Cbrs editrice di Lecco.
Il
riferimento al geologo, accademico e paleontologo, figlio illustre della terra
lariana, prendeva spunto dalla sua opera Che
cosa è un vulcano?, una tra le minori di Stoppani ma della quale parevano
rivivere la poesia e la vita armonicamente fuse: “…mattina, smania nelle gambe, altura, aria imbalsamata, olezzo dei
prati, profumo del bosco, sudore, erta sassosa, pelle…”.
Poesia
e vita che si ritrovavano nel libro di Cocchi, nato dalla realtà direttamente
vissuta e che costituiva un viaggio ideale nella fisiologia sportiva. “Non
mancando di affascinare - scriveva Redaelli nella prefazione - fornisce
indicazioni preziose a chi i sentieri, le vette e le pareti rocciose non si
accontenta di ammirarli in fotografia o con il cannocchiale. Dà consapevolezza
dei rischi che si accompagnano alla pratica dell’escursionismo e
dell’alpinismo, insegna la necessità e il modo di prepararsi e comportarsi
adeguatamente a tale pratica”.
L’opera
di Vasco Cocchi - curata con la dovuta attenzione da Gianni Maffeis, che si
occupò tra l’altro della raccolta e della collocazione delle immagini che
corredavano (e completavano) il libro - rappresentò in effetti un utile quanto
innovativo strumento di formazione e informazione per i giovani, ma non
soltanto.
Escursionismo
e alpinismo erano del resto già allora largamente diffusi. Nasceva così
l’esigenza di estendere e rafforzare la conoscenza della medicina sportiva e di
incrementare la sensibilità verso di essa, specie per quanto riguardava
l’alimentazione e l’allenamento.
“Liberare
in questo senso l’escursionismo e l’alpinismo dalle vecchie mitizzazioni
gratuite e sottolinearne e coltivarne il fascino in una consapevole misura di
rapporto dell’uomo con la natura - osservava sempre Claudio Redaelli in sede di
prefazione - è il miglior servizio che si possa rendere alla gioia di vivere
anche in questo campo. E il libro di Cocchi è questo servizio: vi si affronta
il problema del doping nella pratica esasperata degli sport, vi si tratta delle
più qualificanti nozioni di fisiologia sportiva, dell’alimentazione,
dell’allenamento, del sistema cardio-circolatorio e respiratorio e vi si
spiegano le più importanti nozioni di pronto soccorso”.
Salute è
sicurezza in montagna
è stato in definitiva un messaggio di professionalità e allo stesso tempo di serietà
nell’avvicinarsi alla montagna. Un invito all’uomo - che è “misura di tutte le
cose”, per dirla con Protàgora - ma nel senso universale della parola.
Lo
stesso Vasco Cocchi introducendo il volume scriveva che “per raggiungere, nella
pratica sportiva, determinati traguardi non è sufficiente avvalersi di
attrezzature all’avanguardia, di cognizioni tecniche, di indumenti moderni e
sofisticati. E’ anche fondamentale conoscere se stessi”.
E
ancora: “Un organismo in perfette condizioni fisiche, alimentato razionalmente,
allenato come si deve, può raggiungere limiti di alto rendimento. Conoscere noi
stessi ci dà modo di riconoscere tali limiti, di non andare oltre e di
conservare la nostra integrità”.
Originario
di Lecco, dove era nato il 24 ottobre 1917, Vasco Cocchi si era laureato in
Medicina e chirurgia, per poi conseguire la specializzazione in cardiologia e
in medicina del lavoro.
Ragno
della Grignetta, fu consigliere del Cai centrale e fece altresì parte del
consiglio sezionale del Club alpino lecchese. Tenne corsi di fisiologia, medicina
sportiva e pronto soccorso in varie scuole di alpinismo e di sci alpinismo,
discipline che praticò assiduamente. E con grande passione.
In
tanti anni di attività sportiva e professionale maturò come detto una
conoscenza non comune della montagna, intesa nei suoi molteplici aspetti.
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