Così il vicario
don Andrea a inizio celebrazione. Il parroco don Giuliano: “Verranno tempi
migliori ma intanto impariamo a convivere con questa situazione”
Prime messe con la presenza dei fedeli oggi, domenica di Pentecoste, a Mandello. |
(C.Bott.) Centocinque fedeli alla messa delle
8.30, la prima per la comunità pastorale di Mandello dopo la ripresa dei riti
religiosi con la presenza del popolo. Altrettanti, indicativamente, alla
celebrazione eucaristica delle 11. Due messe al “Sacro Cuore” nella domenica di
Pentecoste, cui seguiranno quelle di oggi pomeriggio alle 18 e di questa sera
alle 20, sempre nella stessa chiesa “per ragioni di spazi e di sanificazioni - avevano
spiegato i sacerdoti nei giorni scorsi - e con l’impegno di camminare verso una
comunità pastorale vera e unita”.
Quattro celebrazioni eucaristiche particolarmente sentite, non soltanto perché appunto
le prime dopo il lockdown imposto
dall’emergenza sanitaria ma anche perché i riti e le preghiere di oggi
accomunano nel ricordo chi non è sopravvissuto al Covid-19.
L’ha
ricordato prima che avesse inizio la celebrazione, don Giuliano Zanotta. “Quelle
persone le abbiamo nel cuore”, ha detto il parroco, il quale ha poi sollecitato
i presenti a essere prudenti e a rispettare normative e disposizioni. “Il momento che
stiamo vivendo è ancora delicato e certamente difficile - ha sottolineato - e dunque
la prudenza non è mai troppa”. “Verranno tempi migliori - ha aggiunto - ma intanto
impariamo a convivere con questa situazione, anche perché il cammino verso la
normalità non sarà breve”.
“Che
bello ritrovarci insieme proprio nel giorno di Pentecoste, quasi sospinti dal soffio
dello Spirito Santo”, sono state invece le prime parole di don Andrea Mombelli
a inizio celebrazione. All’omelìa, il vicario ha accostato l’immagine delle
porte chiuse di cui narra Giovanni nel Vangelo appunto della domenica di
Pentecoste a quella delle nostre case nelle settimane dell’emergenza. “Le porte
sono rimaste chiuse - ha detto il sacerdote - ma proprio quello è lo spazio che
il Signore ha attraversato per venire ad abitare dentro le nostre vite”.
Quindi
due interrogativi: “Noi ci siamo accorti che Dio era lì accanto a noi, dove
batte il nostro cuore? E ci siamo resi conto che proprio la casa può e deve
essere sinonimo di Chiesa?”. “Casa è amore - ha osservato don Andrea - ma a
volte anche fatica, casa è incontro ma in taluni casi anche scontro”. E ancora:
“La casa non è mai perfetta ma è la mia, la nostra casa”.
Poi
un’altra riflessione e un’altra immagine simbolica: “La Chiesa è fatta di
persone non di mattoni. E’ fatta di peccatori ed è bello così”.
A
fine celebrazione l’avviso che per ora non riprendono le messe feriali e che anche
domenica prossima, 7 giugno, le messe saranno celebrate tutte al “Sacro Cuore”
e sempre alle 8.30, alle 11, alle 18 e alle 20.
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