Donna di grande
fede, intraprendente e sempre disponibile, amava le tradizioni della sua
frazione
Se
poi si trattava di essere di aiuto a qualcuno, lei c’era. Per una commissione,
una medicazione, magari semplicemente per un’iniezione.
E
poi la sua fede. “Una grande fede - ricorda don Luigi Prandi, il sacerdote
mandellese che ha ben conosciuto Lucia Micheli - unita a una disponibilità non
comune. Una donna intraprendente e con un carattere forte e schietto, incapace
di adagiarsi e pronta a mettersi al servizio di chiunque si rivolgesse a lei, a
iniziare dagli ammalati e dai più bisognosi”.
Lucia Micheli da giovane, al lavoro nei campi. |
Donna
di una grande fede, si è detto, che lei manifestava anche nel suo amore intenso
per la chiesa di Sant’Antonio. “Quanto tempo e quante energie ha dedicato alla
sua parrocchia di Crebbio - sottolinea sempre don Luigi - Si dedicava
assiduamente alla cura, all’abbellimento e al decoro dell’edificio religioso.
Sempre in totale spirito di servizio e sempre gratuitamente”.
Amava
molto le tradizioni, Lucia Micheli. E i suoi occhi, di per sé luminosi, si
“accendevano” ancora di più quando in occasione delle feste e delle sagre
organizzate a Maggiana proprio la corte dove lei abitava (e dove aveva vissuto
per anni con il fratello Valentino, classe 1924) si trasformava per un fine
settimana in una cucina all’aperto dove veniva preparato in particolare il paradell, dolce tipico della gastronomia
mandellese, mentre nelle contrade e tra i vicoli della frazione trovavano posto
gli “interpreti” di antichi mestieri.
Lucia nella sua casa di Maggiana con il fratello Valentino. |
Le
tradizioni, già. Come quella dei Giüdee,
portata avanti fino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Una
ricostruzione storica della Passione di Cristo, con vari figuranti in costume e
con la processione che il pomeriggio del Venerdì santo partiva dalla chiesa di
San Rocco e percorreva la strada che porta a Crebbio. Davanti vi erano i tre giüdee, dietro due file di fedeli. Le
donne accompagnavano la Madonna e portavano candele. Il Cristo morto era
portato da quattro incappucciati. Lucia Micheli non mancava mai a
quell’appuntamento. Ogni anno, ogni Venerdì santo.
Ora
invece lei mancherà (e molto) a tutti quelli che l’hanno conosciuta e le hanno
voluto bene. E quella corte in contrada Castello sembrerà ancora più vuota.
Lucia con mamma Giuseppina... |
Un'altra fotografia che la ritrae con il fratello Valentino. |
Casa Micheli, in contrada Castello. |
Che ricordi belli!!!ciao LUCIA
RispondiEliminaCara carissima Lucia,semplicemente grazie per avermi accolta sempre con il sorriso nella tua umile, ma accogliente dimora. Schiva e nello stesso tempo disponibile, quando "armata" di telecamera invadevo i tuoi spazi che sapevano di antiche sapienze. Grazie Lucia per avermi regalato momenti indimenticabili.Porterò nel cuore la tua amicizia, la tua semplice cordialità e i tuoi racconti,ascoltati spesso sullo scranno del tuo meraviglioso camino. Ciao Lucia che l'eterna felicità ti doni il Signore,che ti accolga tra le sue braccia, così da poter vedere sempre la Luce del suo volto.
RispondiEliminaMi unisco a quanti hanno voluto bene a Lucia! Veramente molto cara e molto amata dai miei genitori.
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