Il Ragno Matteo Bernasconi, classe 1982. |
(C.Bott.) La
montagna e i Ragni della Grignetta piangono Matteo Bernasconi. Originario di
Como, classe 1982, “il Berna” - come lo chiamavano gli amici e
gli appassionati di alpinismo che avevano imparato a conoscerlo attraverso le
sue ascensioni e le sue avventure, a iniziare da quelle che più volte l’avevano
portato in Patagonia - ha perso la vita travolto da una slavina al Pizzo del Diavolo in Valtellina. Il
suo corpo è stato avvistato questa notte nel Canale della Malgina.
Ragno
dal 2003, casa a Busto Arsizio, Matteo era guida alpina dal 2011. La sua prima spedizione in
Patagonia risale al 2006, con una nuova via aperta sul Cerro San Lorenzo. L’anno
successivo aveva scalato il Cerro Piergiorgio e nel 2008 aveva ripetuto con il
valtellinese Fabio Salini la “via dei Ragni” al Cerro Torre.
Nel
2010 era iniziato per lui il “capitolo Torre Egger”, sempre in Patagonia, con
Matteo Della Bordella e Luca Schiera che nel 2013 avevano aperto una nuova via
sull’inviolata parete Ovest.
Una
grande impresa, quella compiuta quell’anno da Della Bordella e Schiera. Un’impresa
che aveva avuto per protagonista, fino a pochi giorni prima della conquista
della vetta, anche Bernasconi, che aveva tentato la salita già negli inverni
2010-2011 e 2011-2012 e che in un’occasione era giunto a soli 25 metri dalla
fine della parete.
Nel 2013 Della Bordella, Schiera e il “Berna” erano partiti dall’Italia il 19
gennaio e a fine febbraio Bernasconi aveva deciso di rientrare, mentre Della
Bordella e Schiera, nonostante il perdurare del maltempo, erano rimasti in
Patagonia.
La
Patagonia, il grande amore di Matteo. Nel 2017 insieme a David Bacci e ancora a
Della Bordella aveva scalato la Est del Cerro Murallon. E quest’anno, con
Matteo Pasquetto e Della Bordella, aveva aperto una nuova via sull’Aguja
Standhardt.
Numerose,
fin dalle prime ore di questa mattina, le testimonianze di affetto postate
dagli amici su Facebook e sugli altri canali social. Un’amica ha scritto: “Caro
Matteo, avevi detto che ci saremmo rivisti, che mi avresti fatto anche da guida
nella nostra amata montagna… E invece proprio in quella vallata, vicino al
nostro paese in Valtellina, dove anche noi siamo stati parecchie volte, la
valanga ti ha portato via. Continuo a piangere. So che sarai sempre con noi, ma
è dura perdere un amico così, giovane e meraviglioso”.
E
un’altra: “Mi associo a tutti gli amici del mondo della montagna nella
tristezza del ricevere queste notizie... Un abbraccio alla tua piccola e alla
sua mamma. Buona scalata, caro Matteo, la più difficile di tutte”.
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