27 maggio 2020

Il sindaco di Lecco: “Chiara, ci hai insegnato cosa significhino l’amore e l’amicizia”

I funerali di Chiara Papini celebrati lunedì allo stadio Rigamonti-Ceppi di Lecco (fotoservizio Alberto Locatelli).
Dopo l’addio, lunedì pomeriggio allo stadio Rigamonti-Ceppi di Lecco, alla diciannovenne Chiara Papini, travolta e uccisa in città giovedì 21 maggio da una vettura mentre attraversava via Papa Giovanni XXIII, il sindaco di Lecco Virginio Brivio ha diffuso queste sue riflessioni:

“Davvero vengono i brividi a ripensare al destino di Chiara, alla crudeltà che l’ha vista strappare alla vita nel fiore della sua voglia di realizzare sogni e obiettivi. Quando una ragazza muore in circostanze così tragiche e inaccettabili sul piano umano, ciascuno di noi è colpito nella sua essenza e anche nel ruolo che l’esistenza gli ha affidato in quel momento.
Per questo ho vissuto il dramma dei tuoi familiari come un padre e mi è parso di conoscerti da sempre. A maggior ragione quando allo stadio ho toccato con mano cosa possa fare l’amicizia tra i giovani e ho capito che nei tuoi brevi anni hai lasciato, nei rapporti e nelle azioni, una traccia di te.
Uno scenario insolito, composto, con le mascherine, a ricordarci che stiamo vivendo una pagina lacerante, proprio nel senso dell’interruzione delle relazioni, anche con quella distanza fisica che non a caso abbiamo chiamato “sociale”.
Non ho altri pensieri in questo momento, perché l'atmosfera di lunedì riverbera effetti che fanno sentire il valore della solidarietà, della quale sei stata protagonista e testimone, ma è ancora il momento delle lacrime. Verrà l’ora del ricordo, ma mai quello dell’oblio, e le tue ceneri, destinate ai luoghi che tanto amavi, resteranno una ferita aperta nel cuore della città, dove insieme vorremmo che il tempo ci regalasse una dimensione consolatoria.
Ho avuto qualche timore, più che altro logistico, nel permettere questo addio all’aperto a ridosso dei giorni nei quali eravamo chiusi in casa. Volesse il cielo che una proroga del lockdown ti avesse salvato la vita e evitato la disperazione di un altro giovane e di un’altra famiglia, ma è il destino, dicono alcuni, o la volontà di Dio, altri.
Cercheremo di stare vicino a tuo fratello, ai tuoi genitori, ai tuoi cari, perché ho toccato con mano, pur non conoscendovi, anche quali meravigliosi rapporti avevate e che un po' misteriosamente si prolungano nelle persone che hanno beneficiato dei tuoi organi. E per lenire il dolore non valgono certo una o cento parole, ma solo, per chi crede, una preghiera per te, Chiara, che nel momento più tragico hai insegnato cosa significhino l’amore, l’amicizia e la capacità di spendere al meglio il tempo che ci è assegnato”.


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