“Il
decreto del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 26 aprile consente
la celebrazione di cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di
congiunti, e comunque fino a un massimo di 15 persone. Nell’esercizio del
diritto alla libertà di culto sancito dalla Costituzione, a partire da lunedì
4 maggio e fino a nuova comunicazione le esequie consisteranno in una
celebrazione circoscritta in un edificio di culto o, previo accordo con il Comune,
nello spazio aperto di un cimitero. I parroci dovranno comunicare,
personalmente o tramite l’impresa funebre, l’orario delle esequie al Comune
competente, al fine di poter effettuare eventuali controlli”.
Lo
si legge nel decreto riguardante la diocesi di Como diffuso in data 1° maggio
dal vescovo, monsignor Oscar Cantoni, tramite don Marco Nogara nella sua
qualità di cancelliere vescovile della diocesi di Como, incarico che il
sacerdote mandellese è stato chiamato ad assolvere esattamente un mese fa a
seguito della malattia del vicario generale don Renato Lanzetti, poi deceduto
nella notte tra il 7 e l’8 aprile.
Nel
decreto viene specificato che la forma liturgica della cerimonia funebre potrà
consistere nella celebrazione della messa esequiale con il rito dell’ultima
raccomandazione e del commiato secondo il rito delle esequie, oppure nella liturgia
della parola. Anche la celebrazione della messa potrà avvenire direttamente al
cimitero.
Quanto
ai partecipanti non potranno presenziare alla celebrazione le persone con
sintomatologia da infezione respiratoria e febbre, coloro i quali siano
positivi al coronavirus o sottoposti a quarantena. Prima dell’accesso ai luoghi
della celebrazione ai convenuti sarà misurata la temperatura corporea mediante
termoscanner di cui ogni Parrocchia dovrà necessariamente dotarsi.
Sarà
poi indispensabile indossare idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie
e mantenere le distanze interpersonali previste dal decreto, assicurandosi - in
caso in cui la celebrazione avvenga in uno spazio chiuso - che vi sia una
capienza adeguata al richiesto distanziamento e che lo spazio stesso sia stato
sanificato.
Queste
le altre principali disposizioni: prima e dopo la celebrazione esequiale è
necessario provvedere a un’adeguata igienizzazione delle sedute. Si curi in
generale l’igienizzazione delle maniglie delle porte, delle superfici e degli
arredi con idonei detergenti ad azione antisettica.
La
preparazione in sacrestia dei vasi sacri e in particolare delle ostie per la comunione
dovrà essere fatta con guanti monouso nuovi e indossando la mascherina. Le
particole per la comunione dei fedeli dovranno essere in una pisside distinta
rispetto all’ostia del sacerdote e mantenuta coperta a eccezione del momento
della consacrazione.
Dovrà
essere evitato ogni contatto fisico e in particolare sarà sospeso lo scambio
del segno di pace.
E
ancora: il celebrante, prima di distribuire la comunione ai fedeli, dovrà
disinfettarsi accuratamente le mani con l’apposito gel e indossare la mascherina.
I fedeli attenderanno ciascuno al proprio posto la distribuzione dell’Eucarestia,
che verrà portata direttamente dal sacerdote e che riceveranno sulle mani,
facendo in modo di evitare il contatto fisico.
In
questa fase di parziale ripartenza resta sospesa la celebrazione della veglia
funebre presso l’abitazione del defunto o in chiesa.
Don Renato Lanzetti, scomparso a inizio aprile dopo aver contratto il coronavirus. |
Intanto
il vescovo di Como ha anche annunciato la costituzione, da parte della diocesi,
del fondo di solidarietà “Famiglia lavoro 2020” a sostegno di tutti coloro i
quali hanno perso il lavoro o sono in difficoltà economica a causa della crisi
occupazionale conseguenza della pandemia.
“Si
tratta di una prova di fraterna vicinanza verso quelle famiglie che hanno
bisogno di un intervento concreto a loro sostegno - spiega il prelato - una
testimonianza di una comunità, la nostra, che non si accontenta di belle parole
consolatorie ma che agisce verso i fratelli bisognosi con quella carità attiva
e generosa che deve caratterizzare tutti i discepoli di Cristo”.
Il
fondo di solidarietà - proposto alla memoria del vicario generale don Renato
Lanzetti, dei sacerdoti, dei religiosi, delle religiose e dei laici scomparsi
in questi mesi a causa del coronavirus - sarà coordinato da un gruppo diocesano
e in particolare sarà gestito attraverso i vicariati e le diverse forze
caritative, parrocchiali o vicariali e gli istituti religiosi, con la
collaborazione delle presenze di volontariato, ecclesiali e non, con i Centri
di ascolto delle Caritas parrocchiali o interparrocchiali.
“E’
una gara di generosità - afferma sempre monsignor Cantoni - che impegna tutti,
così da offrire l’immagine di una società solidale, responsabile e aperta alle
altrui necessità, a partire dai più poveri e da quelli che lo sono diventati a
causa di questa calamità mondiale”.
Chi
volesse contribuire, può farlo con donazioni intestate alla Fondazione Caritas
Solidarietà e servizio Onlus (causale: Fondo “Famiglia lavoro 2020” - IBAN IT 96 K 05216 1090 0000 0000 12617).
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