Il Ragno
protagonista nel 1974 della storica conquista della Ovest del Cerro Torre
racconta Matteo: “Era con me nella spedizione del 2007 al Cerro Piergiorgio in
Patagonia”
Mariolino Conti, classe 1944. |
di Claudio Bottagisi
Ha
scritto pagine importanti della storia dell’alpinismo e in particolare di
quella dei Ragni, di cui fa parte dal 1964. Guida alpina, classe 1944, Mariolino
Conti ha un ricco curriculum fatto di ascensioni e spedizioni extraeuropee, ma
il suo nome si lega indissolubilmente alla prima salita alla Ovest del Cerro
Torre, in Patagonia.
Era
il 1974 e, dopo aver scalato sotto l’imperversare del vento e nella morsa del
gelo, alle 17.45 del 13 gennaio conquistò quella vertiginosa parete. Con lui,
arrivarono in vetta Casimiro Ferrari, Pino Negri e Daniele Chiappa, il
“Ciapin”.
Una
montagna stupenda e una grande via, classificata di difficoltà ED+. E un
grandissimo traguardo, quello raggiunto quell’anno dai mitici “maglioni rossi”.
Tante
stagioni vissute da “uomo di vetta” e uno dei pilastri portanti del gruppo
della Grignetta, Conti aiuta e sostiene da sempre le nuove leve dell’alpinismo
e mette a loro disposizione il suo non indifferente bagaglio fatto di
esperienze e di importanti lezioni di vita. A beneficiarne sono stati non pochi
giovani rocciatori e tra questi anche Matteo Bernasconi, travolto e ucciso nei
giorni scorsi da una valanga sul Pizzo del Diavolo in Valtellina.
Matteo Bernasconi in una foto che lo ritrae in occasione della spedizione al Cerro Piergiorgio del 2007. |
“L’avevo
conosciuto nel 2007 - ricorda Conti - perché aveva fatto parte, con me e con
altri Ragni, della spedizione al Cerro Piergiorgio in Patagonia. Era la sua seconda
avventura alpinistica extraeuropea dopo quella dell’anno prima al Cerro San
Lorenzo e anche se non si concluse vittoriosamente fu un’esperienza per lui
particolarmente importante. Era stato bravo e non a caso negli anni successivi la
sua determinazione, la sua preparazione e la sua voglia di arrivare l’hanno
portato a raggiungere traguardi importanti”.
Il
2007 e il Cerro Piergiorgio, si è detto. “Era l’ultimo grande sogno di Casimiro
Ferrari - racconta Mariolino - Io c’ero già stato nel 1995 e c’ero tornato nel
2003, appunto prima di quella spedizione del 2007 di cui aveva fatto parte
anche Bernasconi. Ci sarei poi andato nuovamente l’anno successivo e quella volta
arrivammo in vetta”.
Il
2008 è anche l’anno che consolida per così dire il legame ideale tra Mariolino
Conti e Matteo Bernasconi. Sì, perché proprio quell’anno al “Berna”, allora
ventiseienne, riuscì l’impresa, perché tale dev’essere considerata, di ripetere
con il valtellinese Fabio Salini la “via dei Ragni” al Cerro Torre tracciata
come detto 34 anni prima da Ferrari, Conti, Negri e Chiappa.
“Ci
eravamo incontrati prima della sua partenza - ricorda sempre la guida alpina,
origini lecchesi, che dopo aver vissuto a Mandello Lario da alcuni anni abita
all’inizio della Val Malenco - e gli avevo dato un po’ di dritte su come
comportarsi, cosa temere e come affrontare la parete. E per prima cosa su come
arrivarci, anche perché io in Patagonia, dove torno quasi tutti gli anni, ho
tanti amici…”.
La
Patagonia, appunto, il grande amore anche di Matteo. In Sud America Bernasconi era tornato all’inizio di quest’anno e con Della Bordella e Pasquetto aveva
aperto in febbraio una nuova via sull’Aguja Standhardt, la più “piccola” delle
cime del gruppo del Cerro Torre.
“Era
molto forte ed era un buono - dice Conti parlando sempre del “Berna” - L’ho
incontrato l’ultima volta a fine 2019 alla cena di Natale dei Ragni. Sono sicuro
che ora mancherà a molti. E mancherà non soltanto ai “maglioni rossi” ma in
generale al mondo dell’alpinismo”.
Mariolino Conti nel 2007 al Cerro Piergiorgio. |
E' il 2017, Conti riceve il prestigioso premio "Pica de crap", una piccozza in pietra ollare. |
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